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HomeCulturaPiccola Storia di Jaci - "Quello strano fluido a Carnevale - 1989"

Piccola Storia di Jaci – “Quello strano fluido a Carnevale – 1989”

 

L’ acitano doc come vive le giornate carnascialesche? il dott. Vito Finocchiaro, giornalista pubblicista, in un suo articolo pubblicato su”Balocco Barocco”, ne traccia lo stato d’animo.

” L’acese , durante il Carnevale,  si veste con paramenti domenicali ed esce, confidando nella serietà dell’abbigliamento per dissuadere autori di  Calla’  ed armeggiatori di fili invisibili che fanno volare cappelli sui cavi sospesi della pubblica illuminazione. Poi, s’inoltra , lento pede , nel corteo carnevalesco e si mette al seguito del carro assegnatogli dal destino, procedendo con  il passo e l’espressione che riserva ai funerali ed alla festa di Santa Venera, quando va dietro al glorioso fercolo. Questa, che puo’ sembrare un’affermazione azzardata, Turi Pistara’ , quand’era fresco direttore dell’Azienda di Cura , riusci’ a documentarla fotograficamente , nascondendosi dietro una maschera principale di un carro e riprendendo la gente in compunta contemplazione con bocca aperta , occhio pendulo , bimbo in braccio ed un dito nel naso. Il buon acese non disarma anche quando il circuito e’ quello lungo. Segue la processione, maledicendo in cuor suo i concittadini residenti in Acireale Nord , che hanno voluto il prolungamento, e con fitte ai piedi, inutilmente preparati da mesi con acconci callifughi. Arranca, mentre continua a sorvegliare i metri quadrati che deve sorvegliare. Poi sosta in piazza per rincretinire con i rumori assordanti delle orchestre alla moda , l’ultima sera , come se fossero quotazione di borsa, segue i risultati dei concorsi a premio e aspetta i fuochi del rogo di Re Carnevale. Alla fine , pago delle sue sette ore lavorative, il buon acese lascia ai più giovani il compito di vegliare sulla città e rientra. Si mette in pianelle e mangia un uovo in camicia, un po’ di verdura , mezza mela che non sa di niente, beve un bicchiere d’acqua di Pozzillo, erutta sommessamente, e piomba nel sonno dei giusti, sognando l’arrivo dei giorni felici della Quaresima

(Il Balocco Barocco anno 1989)

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