Fancity Acireale

Piccola Storia di Jaci – Ricordo di “Quel 15 luglio del 1943” di P. Giustino Rasmo

 

 

Con l’avanzata dell’ Ottava Armata Britannica verso Catania, la Royal Navy cannoneggia il litorale ionico, anche Acireale inizia a subire i primi attacchi aero-navali, la città è spopolata, chi ha la possibilità si allontana il più possibile.

Breve testimonianza di P. Rasmo sullo stato della città , della casa dei camilliani e dell’ospedale.

“…La casa che riportò maggiori ferite è stata proprio quella di Acireale, il 15 luglio 1943, allorquando era in corso la ritirata dei tedeschi dalla piana di Catania. Colpita dalla marina inglese con sette proiettili, la casa appariva in uno stato pietoso, ma la chiesa era salva e tutta la comunità incolume. La comunità di Acireale, in quei giorni di confusione, di marasma e di incredibili strettezze, ha scritto forse la più bella pagina camilliana della sua storia. Senza riposo, con ammirevole serenità e spirito di emulazione, di giorno e di notte, per alcune settimane, avreste visto correre, noncuranti del sibilo delle sirene e del sinistro fragore dei vicini bombardamenti, i figli di San Camillo presso quegli infelici, assistere ai frequenti interventi chirurgici, somministrare medicine, confortare i moribondi. A rendere più difficile la situazione concorsero i dirigenti dell’ospedale, che, sotto l’incubo della distruzione, s’erano rifugiati nelle campagne del circondario. Per scongiurare un’evidente anarchia ed allontanare lo spettro della fame, padre Carlo Frenez s’industrio a provvedere agli approvvigionamenti di viveri e medicinali indispensabili alla vita dell’ospedale. solo quando sopraggiunsero le forze Britanniche, le cose andarono gradatamente normalizzandosi. Ma subentrava un altro problema: quello della casa dei Crociferi in via Galatea, sfondata dalle bombe. Restaurala? E quale alloggio si sarebbe potuto trovare ai postulanti? Senza aspettare contributi inadeguati e tardivi, si passò immediatamente allo sgombero delle macerie e alla riparazione delle mura, delle camere, del tetto….”

Memorie e Rendiconti anno 1994 – prof. Antonio Pagano