martedì, Marzo 19, 2024
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Piccola storia di Jaci – Sebastiano Pagano, artigiano.

Uno dei protagonisti della festa di San Sebastiano fu sicuramente Sebastiano Pagano detto “Piasciazzu”. Sicuramente si puo dire che fu il mastro di vara “ombra” , benchè devoto del santo non era suo costume apparire ma agire dietro le quinte. Diceva spesso siete tutti devoti ma di Vara non ne capite nulla, intendeva dire dell’intima struttura lignea del fercolo nascosta dalle lamine argentee. Il Sig. Pagano fu artigiano custode della tradizione dei mastri d’ascia, lavori suoi sono il fercolo di San Michele e il simulacro della Madonna di Fatima custodito nella chiesa di San Vincenzo Ferrer.

di seguito pubblichiamo il saluto di Padre Stefano Panebianco D.O, parroco di San Nicolò di Acicatena.

Avvicinandosi la festa di San Sebastiano non posso non ricordare la figura di un grande uomo, artigiano di altissimo spessore (falegname) e vero devoto. Mi riferisco a Sebastiano Pagano (Don mastianu u falignami). Persona conosciuta, dal sottoscritto, alla fine degli anni 80 e con la quale si è instaurato, fin da subito, un fortissimo legame fatto di amicizia, rispetto e stima reciproca.
Non era sposato, non aveva figli ma da lui mi sentivo voluto bene come un padre ama il proprio figlio. Ma paradossalmente, era lui che mi chiamava “padre” e si raccontava come un figlio si racconta al padre.. Poche ore dopo la sua morte, avvenuta la sera del Giovedì Santo del 2014, uno dei suoi più cari amici mi disse: “padre Stefano, don mmastianu a lei u vuleva beni comu a un figghiu! vuleva beni a tanti parrini, ma pi lei aveva na cosa particolare!”. Risposi che lo sapevo, ma quella conferma mi commosse tanto…
Ricordo il primo lavoro che gli commissionai: avevo poco più di 18 anni.. avevo bisogno di una manico (marruggiu) per la mia zappa. Ero già seminarista, ma trovavo, come lo trovo tutt’ora, il tempo di dedicarmi alla campagna. “La tua penna stilografica è pronta – mi disse qualche giorno dopo – puoi andare a scrivere!”. Uomo dalla grande ironia e umiltà, capace, con l’ausilio non solo della sua arte, ma anche della sua semplice fede e amore per la Vergine Maria, di realizzare diverse immagini della Madonna, costruite in legno e carta (carta pesta?), la carta dei foglietti che permettono ai fedeli di seguire la liturgia domenicale.
Devoto di San Sebastiano, affezionato alla Basilica, per tantissimi anni si curò della festa. E tutt’oggi, per diversi motivi, la festa di San Sebastiano e la Basilica a lui dedicata non può non parlarci di lui, della sua fede, della sua devozione, del suo amore per Dio, per la Chiesa e per il santo più venerato dal popolo acese.
Colpito da grave malattia, pochi mesi dopo aver condiviso con me e i miei ragazzi dell’Oratorio il Pellegrinaggio in Terra Santa, già debilitato e sapendo che per l’estate stavo organizzando un altro pellegrinaggio, per visitare i luoghi francescani in Umbria, gli dissi che sul pulmann ci sarebbe stato un posto per lui. Gli piacque l’idea, sarebbe venuto molto volentieri, ma intanto aveva un grande desiderio. “Dimmi, bastianu – gli dissi”. Mi rispose “non vedo l’ora di poter consumare una granita di limone da Cipriani..”. Non potevo sapere che quel suo desiderio doveva rimanere tale…

Potrei scrivere tante altre cose di Don mmastianu e, sono certo, tanti altri potranno scrivere più di me e meglio di me, ma sentivo, stasera, il desiderio di rendere omaggio a un grande uomo al quale sarò profondamente legato per sempre..

Foto della Vigilia dell’ottava anno 1990 Sebastiano Pagano il primo da Sinistra.

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