giovedì, Marzo 28, 2024
Google search engine
HomeIl PuntoPostverità. La nuova frontiera della politica.

Postverità. La nuova frontiera della politica.

mad-colour-sinusite

C’è un mezzo sotto accusa, la rete. Tanti sapienti intellettuali del Belpaese da qualche mese si stanno affannando a spiegarci che siamo nell’era del postverità. Un neologismo che vuole significare come la verità, l’analisi accurata, l’attenzione ai fatti non è più una virtù anzi, al contrario, viene considerata una noia da stroncare a suon di tweet e post nei social. C’è tanto di vero ma non tutto e, certamente, il padre di questa ondata di “postverità” non è la rete ma i media unilaterali tradizionali. Quei media che spesso sono stati organi di partito, voce dei padroni e dei lobbisti; intere redazioni a sottostare al volere dell’editore (mai editore puro in Italia) che insieme alle tante attività (industrie, palazzine e televendite) si dedicava e si dedica all’informazione (per avere maggiore potere) e, ciliegina sulla torta, a fare da presidente a qualche prestigiosa società di calcio. Insomma un’informazione dettata e spesso imbavagliata malgrado i tanti bravi e coraggiosi giornalisti.
Peggio ancora per la tivù con i suoi miseri programmi di intrattenimento volgari e demenziali; quelli con i pacchi sorprese, gli amici, i quiz per perfetti ignoranti, le sfide tra grasse e magre, l’irriverenza di pseudo processi fasulli con storie inventate. Insomma una minestra squallida che da oltre 20 anni viene servita, ad ogni ora del giorno, agli italiani. Una miscela di coglionaggine mista alla cretineria nazional popolare.
A questo drammatico panorama si è sommata la crisi; una crisi infinita. Una crisi di sistema, quindi economica, culturale, etica. Una crisi talmente potente che nessuno è credibile se non quelli che urlano un “vaffanculo”, che inneggiano alla Patria, che attaccano i migranti anche se donne incinte, anche se bambini in fasce. La crisi è una belva che morde la coscienza, aggredisce i valori, affonda la speranza, toglie umanità.
In tutto questo scenario la verità è una pratica d’elite, la massa vuole il sangue, il patibolo, il rogo e la ghigliottina e la vuole subito senza aspettare, senza garanzie. Tutti con la testa che rotola nel paniere perché se non si mangia e se si lavora con un salario infame, allora la verità non serve, quello che ci vuole e rovesciare il tavolo e mandare tutti a quel paese.
Ecco cosa è diventato oggi il panorama politico. Una gabbia di matti dove chi la spara più grossa vince, chi urla di più è bravo, chi manda affanculo è un saggio, chi grida ruspa, chi ladri, chi merde, chi vi faremo tutti fuori.
E’ la conoscenza? L’analisi? L’attenzione per le regole del garantismo? Nulla, solo rabbia, disillusione, urla e pancia fino allo sfinimento.
Il concetto elitario di studio, di indipendenza, di scoperta della stupenda dimensione umana, insieme all’allenamento empatico sono “robe” fuori norma, sono complici, sono pratiche per signori in divano. E’ il dramma della cultura è l’acme della brutalità, la violenza diffusa, l’hate speech, la dimensione della rabbia che morde i neuroni e rimane solo la colite.
Tivù spazzatura, giornali con editori interessati, giochi di potere, manipolazione delle conoscenze e crisi di sistema sono gli ingredienti della ricetta che ha prodotto l’era della postverità. In questo girone dell’inferno in cui ci troviamo c’è una sola flebile possibilità: studiare e rimanere umani.
P.S. Post verità, è la parola dell’anno per l’Oxford Dictionary. Il termine si riferisce a circostanze in cui i fatti oggettivi sono meno influenti degli appelli a emozioni e credenze personali nel formare l’opinione pubblica. (cit)

(mAd)

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisment -
Google search engine

Most Popular

Recent Comments