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Referendum Costituzionale, impedire il declino della democrazia

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Intorno al NO, è vero, si sono messe insieme siglie assai diverse. Dalla destra (a difesa della rappresentatività), all’ANPI chiaramente a difesa della Costituzione, alla sinistra, alla sinistra del PD, fino ad arrivare a Forza Italia (gli stessi che hanno fatto tutti i tentativi possibili per arrivare al “premierato”.
Insomma tanti NO eterogenei è vero, ma se andiamo a vedere gli uomini che si stanno affollando intorno al renzissimo SI allora comprendiamo meglio perchè è indispensabile fermarli.
Dal renzismo nazional popolare chi resterà fuori sarà una possibile minoranza all’interno dello scenario che si sta prefigurando. In quello che è oggi il PD insieme ai tanti transitati dall’mpa e da altre aggregazioni di ex democristiani, si avvicinano anche personaggi politici che hanno sostenuto i governi Berlusconi e che sono sempre stati, nell’ordine, democristiani, forzisti, autonomisti, postdemocristiani. E’ pronto, nel binario del declino, il Partito della Nazione.
Un’aggregazione che porterà al suo interno un’accozzaglia variegata di esuli politici, di senzatetto (senza partito), di transfughi, di pezzi di dirigenza politica bollita e stracotta. Il Partito della Nazione da una parte e il centrodestra (sperando in un’aggregazione che parta da F.I per arrivare ai Fratelli D’Italia) dall’altra. Insomma un’Italia alla disperazione per rappresentanza politica dove aumenterà a dismisura l’astensionismo, il voto di protesta, le difficoltà dei meno abbienti, i tagli alla Sanità, alla Scuola e al welfare.
Il disegno di un bipolarismo italiota passa, quindi, per il referendum costituzionale e si concretizzerà con una legge elettorale senza preferenze e con superpremi di maggioranza. Un senato derubato da ogni potere con senatori mai eletti per il ruolo che andranno a ricoprire ma coperti da immunità parlamentare. Insomma meno democrazia più autonomina, meno welfare, meno Stato e più iniziativa privata a spese dei ceti più deboli.
Il NO al referendum costituzionale è, ovviamente, anche una decisa presa di coscienza che il tentativo in atto non è abolire il Senato dei senatori, ma trasformare la democrazia voluta dai padri costituenti in una democrazia anoressica. Una modalità che avvicinerebbe l’Italia a quell’Europa succube e schiava dalla finanza europea e mondiale.
Il NO sarà un luogo eterogeneo e, in parte, strumentalizzato ma il SI è l’inizio della fine della democrazia italiana, lo start che ci trascinerà dentro l’inferno di una partitocrazia autoreferenziale e volgare.
Votare NO è, di fatto, Impedire la nascita di uno Stato, che seppur assente, si autoproclama vincitore e detentore del potere. Il referendum costituzionale è la motivazione per iniziare a dire ad alta voce NO, difendo la Costituzione, difendo la democrazia italiana.

(mAd)

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