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Spagna – Italia, il 3-0 delle “Furie Rosse”. Acireale Calcio, buona la prima: 2-1 sulla Gelbison

LE FURIE ROSSE
Annichiliti, a tratti inesistenti. E’ questa forse la sintesi più concreta di Spagna-Italia giocatasi ieri al Santiago Bernabeu. L’aspettavamo da tanto, l’ansia di dover vincere a tutti i costi e forse la voglia di stupire. Avremmo voluto fare la Spagna dimenticandoci forse di essere l’Italia. Loro, maestri di calcio dai piedi sapienti, amanti del gioco fluido e del possesso palla, innamorati del pallone come fosse una donna; e poi noi, la cui storia dice che giocare a calcio ci è sempre piaciuto e che i piedi sapienti li abbiamo e li abbiamo avuti, ma prima conta il risultato, poi il gioco. Il CT Giampiero Ventura prova per quattro giorni la difesa a tre, con Verratti trequartista dietro le punte ma decide poi di schierare il modulo provato e riprovato nell’arco della sua gestione fin qui e allora 4-2-4 fu. Volevamo fare la Spagna come detto, volevamo stupire. Non più catenaccio, volevamo giocarcela a pallone e a viso aperto, ma già dai primi minuti la partita prende una brutta piega con gli spagnoli che prendono il sopravvento in mezzo al campo facendoci correre a vuoto. L’orologio scorre, le lancette vanno avanti, ma più il tempo passa e più loro sembrano essere uno in più, noi uno in meno. Non è Verratti, non è Insigne, nemmeno De Rossi, è l’Italia a non esserci.
Spagna che si schiera col 4-1-4-1, nessuna punta, Asensio ‘’falso nueve’’ con Iniesta, Isco, Koke e David Silva ad incantare sulla trequarti, un misto di tecnica, fantasia, estro e furbizia. La stessa che nel primo quarto d’ora ci costa due gialli, Bonucci e Verratti per due falli evitabili, uno ci costa l’1-0 su punizione di Isco con un Buffon un po’ colpevole nell’occasione. Dopo il gol gli azzurri si fanno prendere dal panico, Verratti fa capire che non sarà la sua serata quando passa indietro un pallone killer a Buffon regalando un calcio d’angolo. Ma prima della fine del primo tempo c’è ancora modo di vedere la superiorità della ‘roja’: passaggio in orizzontale per Isco con Immobile che non chiude la linea di passaggio e resta a guardare il capolavoro dello spagnolo, che in un fazzoletto punta la sinistra di Buffon e la piazza all’angolino.
Il primo tempo è una catastrofe, il secondo è ancora peggio. Gli spagnoli sembrano andare a 200 all’ora, in realtà fanno solo viaggiare palla, noi a guardare in attesa del 3-0 che puntualmente arriva con Morata appena entrato. Sembra un’agonia, noi alle corde, loro che si divertono a far girar palla. E’ l’ora dei cambi, fuori Candreva e Belotti, dentro Bernardeschi ed Eder, a dimostrazione della differenza di caratura tra le due formazioni, con Lopetegui costretto a lasciar fuori Morata, Suso, Thiago Alcantara, Juanfran, Nacho e Saùl Niguez. C’è ancora tempo per gli olè dei tifosi spagnoli, ma anche per il ritorno in nazionale di David Villa che torna a 36 anni dopo tre anni di assenza.
Abbiamo imparato la lezione, ieri tosta e anche pesante: provare a giocare spregiudicati quando davanti si ha una formazione composta per metà da pluri campioni d’Europa sia di club che con la maglia roja stessa non è di certo la miglior mossa. Un Verratti che definire sotto tono è dir poco, confermando forse di dover dimostrare ancora molto morendo in mezzo alla tecnica del centrocampo avversario insieme a De Rossi; Belotti e Immobile sbagliano tutto ciò che c’era da sbagliare; Insigne e Candreva invece si perdono rincorrendo Carvajal e Jordi Alba, due che sul piano della corsa macinano chilometri su chilometri. Piccolo appunto, non volevamo rinunciare al talento di Insigne, ma farlo giocare fuori ruolo non è mica da meno. Forse anche Ventura avrà imparato la lezione, meno presunzione e più concretezza. Lo sapevamo già, sarebbe stata difficile al Bernabeu, magari non così. Giocare con un centrocampista in più? Un gestore di palla in più in mezzo al campo non avrebbe di certo fatto male, magari garantendo più equilibrio tra i reparti e maggiore copertura sulle linee di passaggio, ma col senno di poi è tutto molto facile.
Un plauso finale va al man of the match di ieri sera, quell’Isco che ha fatto venir il mal di testa a tutti, giocatore dall’immensa qualità tecnica. Uno che al pallone non dà del tu ma del lei e forse anche del voi, una meraviglia per gli occhi e la standing ovation del Bernabeu ne è la testimonianza.


Inizia bene il campionato di serie D dell’ Acireale,  2-1 sulla Gelbison

E’ proprio il caso di dirlo, buona la prima per l’ Acireale. I ragazzi di mister Catalano conquistano sul terreno di casa la prima vittoria stagionale in campionato contro la Gelbison, squadra campana allenata da mister De Felice.  Acesi che schierano un 4-3-3 con il tridente composto da Barraco, Testardi e Pannitteri, partendo subito forte e riuscendo a sbloccare il risultato già all’11’con il gol di capitan Cocimano su cross proprio di Dario Barraco sugli sviluppi di calcio d’angolo. Granata che non si accontentano e provano continuamente a mettere in difficoltà gli avversari, rendendosi autori di un’ottima prova fino alla mezzora, infatti proprio quando l’Acireale sembrava in controllo, Manzillo beffa dalla lunga distanza il portiere Provaroni per l’1-1 della Gelbison che si riporta in partita al 31’. Una mezzora davvero vivace dell’Acireale,  che aveva offerto fino a quel momento un gioco fluido pieno di belle trame. Al 38’ però uno degli episodi chiave: il numero 10 della Gelbison, Passaro, si rende autore di un brutto intervento ai danni di un calciatore acese. Rosso diretto e la formazione avversaria rimane in 10. Nel frattempo mister Catalano effettua il primo cambio, fuori Trippa e dentro Palermo al 40’ minuto di gioco e poco dopo l’Acireale sfiora il gol con Testardi che di testa colpisce la parte interna della traversa col pallone che galleggia sulla linea di porta, sfera smanacciata poi dal portiere. Il primo tempo termina sull’1-1, risultato bugiardo fino a quel momento per quanto offerto dalle due squadre.
La seconda frazione inizia con lo stesso piglio del primo e ancora Testardi sfiora il gol dopo un quarto d’ora di gioco. Gli acesi però iniziano a calare e calano anche i ritmi, così Catalano effettua un doppio cambio al 71’: fuori Manes e Lordi che fanno posto ad Aloia e Scapellato e proprio quest’ultimo sfiora il gol con una gran conclusione al volo poco dopo. Ma è al 42’ che avviene l’episodio che decide la gara: Barracco si invola verso la porta e viene atterrato fallosamente tra la parte interna dell’area e la parte esterna, l’arbitro opta per il rigore. Lo stesso Barraco si incarica poi della battutta trasformando in gol e riportando dunque nuovamente in vantaggio l’Acireale sul finale di gara, gol che scatena le vibranti proteste da parte dei componenti della panchina ospite, con uno di essi che viene allontanato dall’arbitro.
Il triplice fischio decreta la fine della gara col risultato di 2-1 per i padroni di casa; l’Acireale porta dunque a casa i primi tre punti stagionali, iniziando al meglio la stagione. Gli ospiti recriminano invece per l’episodio che ha di fatto chiuso i conti, ma nel corso della gara non hanno creato particolari pericoli ai padroni di casa se non in occasione del gol del momentaneo pareggio, complice anche un Provaroni non perfetto. Acireale ora che può quindi preparare la prossima gara che la vedrà affrontare lo Sport Club Palazzolo, formazione che oggi ha battuto per 1-3 l’Ebolitana in trasferta.

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