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Storia d’Italia – 29 luglio 1983, uccisione del giudice Rocco Chinnici e la sua scorta.

Il  nome del giudice Rocco Chinnici è legato all’idea dell’istituzione del “pool antimafia”, che diede una svolta decisiva nella lotta alla mafia.

Fu ucciso il 29 luglio 1983 con una fiat 126 verde imbottita con 75 kg di esplosivo parcheggiata davanti alla sua abitazione in via Pipitone Federico a Palermo , all’età di cinquantotto anni. Ad azionare il detonatore che provocò l’esplosione fu il sicario della mafia Antonino Madonia . Accanto al suo corpo giacevano altre tre vittime raggiunte in pieno dall’esplosione: il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi l’appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, Stefano Li Sacchi. L’unico superstite fu Giovanni Paparcuri, l’autista. Ad accorrere fra i primi furono due dei suoi figli, ancora ragazzi.

(Wikipedia)