La missione di un “volo” dimostrativo su Vienna fu progettata da Gabriele D’Annunzio già nel 1917. L’impresa fu rinviata diverse volte per problemi tecnici derivati dalla scarsa autonomia di volo degli aerei che impedivano agli stessi di raggiungere l’obiettivo.
Superate le difficoltà tecniche e ottenuto il “via libera” dei comandi militari, aveva inizio l’impresa che passera alla storia come “il Volo su Vienna”. L’ operazione aveva esclusivamente uno scopo politico – dimostrativo , infatti era previsto il lancio di manifesti, per fiaccare il morale dei viennesi.
Questo il testo del volantino che doveva essere lanciato sulle teste degli austriaci, scritto in italiano e tedesco:
VIENNESI!
Imparate a conoscere gli italiani.
Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà.
Noi italiani non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne.
Noi facciamo la guerra al vostro governo nemico delle libertà nazionali, al vostro cieco testardo crudele governo che non sa darvi né pace né pane, e vi nutre d’odio e d’illusioni.VIENNESI! Voi avete fama di essere intelligenti. Ma perché vi siete messi l’uniforme prussiana? Ormai, lo vedete, tutto il mondo s’è volto contro di voi.
Volete continuare la guerra? Continuatela, è il vostro suicidio. Che sperate? La vittoria decisiva promessavi dai generali prussiani? La loro vittoria decisiva è come il pane dell’Ucraina: si muore aspettandola.
POPOLO DI VIENNA, pensa ai tuoi casi. Svegliati!VIVA LA LIBERTÀ!VIVA L’ITALIA!VIVA L’INTESA!
La mattina del 09 agosto del 1918, 8 velivoli dell’87a squadriglia “Serenissima” prendevano il volo verso la capitale imperiale, la squadra era composta da 7 biplani monoposto Ansaldo SVA 5 e da un biplano biposto (l’aereo di D’Annunzio) SVA 5. Sull’obbiettivo arriveranno tutti i velivoli che sganciato il loro carico propagandistico ritorneranno alla base di Venezia.
Strategicamente il volo aveva una valenza militare pari a zero, sul piano della propaganda e sul morale l’esito della missione ebbe un grande successo in Italia, nei paesi dell’Intesa e nella stessa capitale nemica dove fu criticato in modo positivo.
Il Raid aereo mise anche a nudo le carenze militari austriache, infatti la capitale aveva “accolto” in modo inerme le squadriglia aerea mancando di qualsiasi reazione contraerea, poteva essere una strage se al posto dei volantini gli italiani avessero sganciato degli ordigni.
Nella foto disegno dell’esemplare di Ansaldo Biplano monoposto da ricognizione – S.V.A 5 – conservato nel museo dell’Aeronautica di Vigna di Valle
(S.P)