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Strade di Jaci – Via Argenta (Santa Tecla)

Via Argenta

La via Argenta , via posta nella Frazione di Santa Tecla ci viene descritta in modo minuzioso dal Sig Rodolfo Puglisi studioso e giornalista.

Fino agli anni 50 si chiamava via Chiesa e partiva dalla via Provinciale per Riposto fino alla piazza centrale del paese. Il primo tratto, dalla Provinciale fino al lido ha poi assunto il nome di via Cocole. Da qui partiva una strada pubblica che portava a S. Maria la Scala, oggi non più esistente perché distrutta dalla terribile mareggiata del marzo 1933. In seguito venne anche costruito il muraglione (che oggi appare basso) per difendere le abitazioni dai marosi. La spiaggia cocole con i caratteristici sassi interrompe per un breve tratto la scogliera lavica. Questa zona è anche chiamata “funnu portu” perché una volta vi era un luogo di approdo. Col tempo i “lavinara” che scendevano dalla Timpa portando i detriti hanno “riempito” l’area I lavinara sono scesi anche dopo la terribile alluvione del 1905, del marzo 1995. L’ultima ferita, visibile oggi in tutta la sua drammatica veridicità é la fenditura (lavinaro) creatosi lo scorso 21 ottobre.

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foto Maurizio Cannavo’

Fino agli anni 50 il fondo dell’allora via Chiesa era sterrato, formato dal “pirciale”. Tranne nel tratto che va dal palazzo Cristaldi (alloggio durante la seconda guerra mondiale di ufficiali tedeschi) fino in piazza che aveva delle strisce di basole. Quando si procedette ad asfaltare la strada le basole vennero riutilazzate per la conciatura di via Scalo Pennisi, dove ancora si trovano. Dalla via Argenta ai dipartono dal lato monte le vie Ascanio, Nuova (aperta negli anni 50) e Pantanello. Dal lato di mare oltre le aperture alle cocole ve ne sono altre: una poco dopo la sede della capitaneria (una volta vi era la scuola media), una che conduce al cosiddetto “scaro dei porci”, un’ altra che costeggia la chiesa parrocchiale, la via Sinagra e la Piazza.

Alle cocole esiste la Cappella-altarino dell’Ecce Homo. L’odierna via Argenta, prima dell’apertura della via Nuova, era l’unica via di accesso al paese. Una volta si accompagnavano i defunti fin lì per l’ultima benedizione. La domenica delle palme di benedicono le palme e parte da lí la processione fino alla chiesa.

La cappella, malgrado abbia subito spesso la furia dei marosi (come sabato e domenica scorsa) non ha mai avuto danni strutturali. Ha resistito anche al maremoto del 28 dicembre 1908. Il quadro originario è stato trafugato negli anni 70. L’attuale é opera di Giovanni Finocchiaro, incaricato dal parroco Giovanni Bonaccorso ed è stato posizionato a conclusione dei lavori di restauro avvenuti nel 2006. A benedire la cappella restaurata il vescovo Vigo. Dalla piazza la via prende il nome di Canale Torto, che conduce verso l’omonima zona.
Rodolfo Puglisi
Bibliografia: “I sentieri di Aci” di Antonino Cucuccio; “Storia del paese di Santa Tecla a modo mio” di Antonino Torrisi ‘u Capitanu; “Santa Tecla, natio borgo selvaggio” di Nicola Russo, SiciliAntica” di Leonardi, Musmeci, Puglisi.
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