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Teatri pubblici non pervenuti

ACIREALE – Due teatri pubblici sulla carta ma nei fatti nulla. Il teatro Maugeri ancora chiuso dopo la tromba d’aria del 5 novembre 2014, il teatro Bellini chiuso da sempre (lo ricordano aperto ormai solo i nostri ultraottantenni). Un solo cinema in città, zero parchi pubblici di dimensioni e cura accettabili, qualche giardinetto qui e la malcurato, pieno di erbacce e degrado.

Per rimettere in sesto il Teatro Maugeri, è noto, non sono bastati i contributi per i danni subiti dalla tromba d’aria, non è bastata la quota dell’assicurazione e, in corso d’opera, sono sorti ulteriori priblemi ed altre spese da affrontare. Spese che non si riescono a sostenere: teatro chiuso. Il Bellini è una storia complessa che affonda nel passato e che aveva visto qualche scorcio di attività (nel foyer) durante l’amministrazione Barbagallo. Ma poi tutto è rimasto in solitudine e il 22 febbraio 2019 viene emessa un’ordinanza del sindaco in cui indica che il tavolato davanti l’ingresso del “Bellini” è potenzialmente pericoloso. Nella stessa ordinanza è scritto che “la vegetazione cresciuta sulla parete” e le radici “fungono da elemento spingente per gli intonaci” e ordina quindi “l’interdizione totale dell’area su via Romeo, delimitata dal tavolato esistente, prospicente la facciata principale del Teatro Comunale Bellini”.

Tango al Bellini (27 dic 2014)

In questo disastro “teatrale”, la Fondazione Bellini si muove senza strutture e, di tanto in tanto, organizza eventi culturali ed anche una raccolta fondi per la ricostruzione della statua di S. Emidio crollata durante il terremoto del 26 dic. 2018.

Non ci addentriamo in discorsi di partigianeria politica, non serve e, in questo caso, ci porterebbe in altri campi, vogliamo però indicare un dato. Acireale non ha teatri pubblici, ha un solo cinema, non ci sono luoghi decenti e spaziosi per stare lontani dal traffico, non ha alcuna isola pedonale ad esclusione di venti metri davanti al Palazzo di Città, ha il parco delle Terme chiuso, la villa Belvedere che langue nel degrado dove anche le transenne stanno mettendo radici. Non c’è vivibilità, pochezza di spazi pubblici e una questione di diffusione della cultura che è tipica di una città senza futuro e con un passato da dimenticare.

In fin dei conti anche Aci e Galatea ha perso alcune dita in questo lungo periodo di angoscia urbana, anche i pesci scappano dalle vasche, anche gli alberi cedono di schianto per non continuare a condividere la sorte di un popolo in preda al sottosviluppo culturale e alla disperata ricerca di luoghi per lo svago e per la serenità interiore.

Tutti al COM, in una spianata di cemento a correre e giocare. Tutti a Largo Francesco Vecchio luogo di riflessione divenuto unico spazio dove far correre un bambino senza il pericolo di essere messo sotto da qualche incivile in 4×4. Però arriverà il PUGT, si cercheranno fondi per la cultura e per il recupero dei teatri, si sbroglierà la matassa della questione villa Belvedere, si concederanno spazi alle associazioni culturali senza tariffa, si creerà sviluppo e felicità diffusa. In attesa del necessario per una città che si è autodefinita “colta”, attendiamo in paziente attesa davanti alla casa natia di Lionardo Vigo nella speranza che non ci cada addosso una tegola, un pezzo di muro o una pubblicità rimasta appesa alla casa a ricordarci che siamo sotto il livello della dignità.

(mAd)

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