Fancity Acireale

Un carusu do paisi ‘a Catina

ascenzio madonnadi mille voci al sonito mista la sua non ha: vergin di servo encomio e di codardo oltraggio, sorge or commosso al subito sparir di tanto raggio
(Alessandro Manzoni- brano tratto dal 5 maggio)

Scomodare Alessandro Manzoni mi è d’obbligo, ieri abbiamo assistito allo spegnimento di una supernova, alla fine del sogno catenoto e della carriera politica di uno dei Sindaci più amati.

“Si chiama Senzio comu ò ziu ed è u figghiu di Pippinu”: la storia politica della famiglia Maesano comincia dal secondo dopoguerra, con lo zio Ascenzio, potentissimo luogotenente dell’onorevole ministro Lupis.
Hanno rappresentato per decenni il PSDI, il partito del sole nascente, che ebbe il massimo splendore quando espresse il Presidente della Repubblica Saragat.

In mezzo alla politica è cresciuto, e pane e politica ha mangiato.
Ha retto tre sindacature e quest’ultima non pensava di completarla perchè ambiva a ritornare a Sala d’Ercole, all’ARS, dove era già stato in passato, non per una intera legislatura.

Ora, forse,  la terza sindacatura non la completerà perchè la Giustizia,  lo ha accusato di un reato ben specifico e tutto depone contro di lui: intercettazioni telefoniche ed ambientali parlano chiaro.
Solo un miracolo, uno di quelli che fa la Vergine Santissima della Catena di cui è fervente devoto, potrebbe tirarlo fuori da questa brutta situazione.

L’era Maesano è finita? Lo sapremo più avanti, certo, il silenzio degli incensatori di ieri, oggi la dice lunga,
Già, oggi non c’è bisogno di dirgli quanto è bravo, non ci sono osanna da fare, il leone è ferito:
meglio non esporsi… c’era la DIA … la DIA non si muove per le sole 15.000 euro…

Politicamente non mi garbava, ma non l’ho mai attaccato, solo qualche scaramuccia;  è sempre stato gentile e disponibile a farsi intervistare… ed abile a sgusciare via dalle mie domande.
Non lo attacco neanche stasera, non lo incenso neanche oggi.

Io sono un uomo libero.
E oggi da uomo libero vi parlo di Ascenzio Maesano, di cui mai rinnegherò l’amicizia anche se non gli perdonerò mai un’eventuale condanna per corruzione.
(santodimauro)