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Villa Belvedere, noi acesi non meritiamo questo insulto alla bellezza.

Scrive, in riferimento alla villa Belvedere, il sindaco Stefano Alì: “Oggi la villa interamente riaperta ha sicuramente delle carenze perché risente della qualità della progettazione e dei lavori eseguiti. La scelta del pietrisco, il sistema di irrigazione e l’impianto elettrico sono un’offesa all’intelligenza. Ma per rimediare a questi errori del passato ci vorranno investimenti significativi. Piuttosto che aspettare i finanziamenti abbiamo impiegato gli operai del comune ed alcuni affidamenti di lieve entità ed abbiamo voluto riaprire la villa Belvedere, oggi unico polmone verde della città”.

Sono stato, con tutta la red di FanCity Acireale, promotore di due sit-in per chiedere l’immediata apertura della villa Belvedere. Nel primo e nel secondo incontro di civile protesta eravamo durante l’amministrazione Barbagallo. Ma prima, ovvero al momento dell’inaugurazione (amministrazione Garozzo) dissi subito che il pietrisco era una vera e propria barriera architettonica e che la zona ex Angolo di Paradiso la trovavo davvero orribile sul piano estetico e completamente fuori luogo rispetto al contesto.

Sono dell’idea che, ad oggi, sono tre le amministrazioni che si stanno confrontando (perdendo il match) con la questione villa Belvedere. La prima quella di Garozzo che, pur avendo tutte le carte in ordine, ha fatto si che si realizzassero dei lavori, a mio parere, discutibili e a volte anche inadeguati se inseriti nel contesto di una parco urbano storico. Poi l’amministrazione Barbagallo che istituì una commissione di verifica dei lavori e che non produsse nient’altro che la chiusura della villa per tanti anni e nient’altro ed infine l’amministrazione Alì che sembra non accorgersi delle condizioni in cui versa il parco.

Oggi, però, dopo la riapertura totale della villa Belvedere voluta dall’amministrazione Alì le questioni non sono chiuse ma restano aperte e sanguinanti. Manichette antincendio completamente divelte, la vasca dei pesci una savana incolta, per i viali si trovano pezzi di transenne e blocchi in cemento con ancora dentro frammenti pericolosi di ferro, le tre fontanelle incastonate nella pietra lavica sono distrutte (una perde acqua, le altre due non esistono e sono diventate un raccoglitori di foglie morte), la parete che immette all’Arena Eden piena di macchie d’umidità, alcuni pali dell’illuminazione rotti e abbandonati tra le aiuole dei viali. I giochi (quelli della parte centrale a destra) sono in parte distrutti e la manutenzione del verde praticamente inesistente. Questo è il presente. Il presente firmato Alì.

Non sono interessato a trovare i responsabili di questo demoniaco sfacelo dell’unico parco urbano, sono interessato a far sapere che è ingiusto che siamo stati privati di un luogo per il rilassamento, per la passeggiata, per i primi baci. Un luogo con alberi, senza auto, con una splendida vista sul borgo di Santa Maria la Scala oggi è diventato il posto simbolo del degrado, del fallimento della politica dell’altro ieri, di ieri e di oggi. E, noi cittadini acesi, non sono sicuro che meritiamo questa sorte.

(mAd) – foto del 12 dicembre 2020

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