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XX GIORNATA DELLA MEMORIA DELLA SHOAH

Ieri sera, presso la sala Costarelli di Acireale, in occasione della XX Giornata della Memoria della Shoah, si è svolto un incontro per riflettere insieme ad alcuni ospiti , tra questi uno dei testimoni del genocidio del Ruanda, don Eugène Muhire Rwigilira, appartenente alla comunità di San’Egidio.
Già nella prima mattinata don Eugène aveva incontrato gli studenti del Liceo Scientifico “Archimede” che, grazie al prof. Riccardo Biasco, sono stati impegnati nelle attività progettuali dello stesso Liceo sul tema de “Il valore della Memoria”, attività che don Eugène aveva già conosciuto in occasione della cerimonia di premiazione del concorso nazionale “Gariwo, adotta un Giusto”.

All’incontro di ieri sera, hanno preso parte anche Emiliano Abramo della Comunità di Sant’Egidio, la Docente Marinella Venera Sciuto, Referente 2018 USR Sicilia per la didattica della Shoah, la consigliera comunale Angela Marino e l’assessore alla Cultura dott.Fabio Manciagli.

Introduceva Emiliano Abramo sull’importanza della Memoria per ogni società, spiegando che “bisogna testimoniare per non dimenticare la tragedia della Shoah. Un mondo senza memoria è quel mondo che ha un terreno fertile per coltivare non solo il seme dell’odio ma per raccoglierne il frutto che è la morte. Il senso della giornata della memoria va rinnovato sempre, continuamente, perchè avere memoria significa ricordare a noi stessi e alle nuove generazioni gli orrori perpetrati sugli ebrei e su quello che di nuovo accade ancora ogni giorno nel mondo. La memoria è essenziale per l’umanizzazione perchè dove regna la dimenticanza, regnano le barbarie.”.

“Ognuno di noi è un soggetto attivo e può compiere delle scelte di rottura liberando gli oppressi da coloro che perpetrano su di loro del male. I Giusti hanno la forza di non farsi trascinare dall’odio, che oggi sembra sembra tornato, insieme alla disumanizzazione,
quello che pensavamo aver rinchiuso nei libri di scuola, e noi abbiamo l’obbligo di rompere questi meccanismi del male che genera odio e ancora odio e finchè ne abbiamo la possibilità, dobbiamo avere la forza di pensare con la nostra testa senza farci trascinare dalla miseria.”.
Introduceva cosi l’incontro don Eugène Muhire Rwigilira, che, molto emozionato ha raccontato la propria esperienza, testimone con i propri occhi delle azioni dei Giusti e che, grazie a loro, lui e tanti altri sopravvisuti al genocidio del Ruanda sono riusciti a testimoniare gli orrori subiti.
“Il Genocidio del Rwanda (1994) è avvenuto in soli tre mesi ed è costato la vita a 1 milione e 74 mila persone. “Hutu e Tutsi” vivevano insieme, come fratelli. Ma la propaganda li ha spezzati, ha convinto i primi a credere che i secondi non avessero alcun diritto di calpestare la loro stessa terra.
Noi Tutsi venivamo considerati come scarafaggi o come piante che, se cresciute troppo in alto, potevano essere pericolose, e per questo motivo ci gambizzavano.
Le famiglie di mio padre e mia madre, non furono risparmiate, mio padre e mia sorella sono stati uccisi. Ma oggi io sono qua, perché ci sono state delle persone che si sono opposte, che hanno detto no al male.
La memoria che libera l’odio e che risulta fondamentale nella costruzione di una società civile. I Giusti ci danno speranza, ci chiamano alla resistenza ed è proprio dai loro atti di coraggio che i giovani devono ripartire, crescere e provare a reagire al male.”

La Docente Marinella Venera Sciuto, parlando di questa importante giornata, spiega limportanza di educare i giovani alla memoria, non intesa come un’attività isolata al canonico giorno della ricorrenza, ma come esercizio continuo sul valore della memoria, proprio perchè quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo ed è necessario continuare una progettualità nelle scuole con i giovani, che sia ad ampio spettro tessendo così delle attività significative per un’educazione alla memoria perchè l’indifferenza rende schiavi, bisogna mettere in evidenza con essi il coraggio delle responsabilità che ognuno di noi può esercitare nel momento in cui compie azioni di resistenza pacifica nei confronti di situazioni che mettono a rischio i diritti umani, evitando quindi di rimanere complici passivi, superando l’indifferenza, quel male che più volte la senatrice Liliana Segre ha indicato come il nemico principale da combattere.”.

Oggi 29 gennaio sempre in occasione della “Giornata della Memoria” in Piazza Agostino Pennisi, si è celebrata la cerimonia di posa della targa commemorativa, in ricordo delle giovani vittime della strage avvenuta il 21 gennaio del 1944, che ha visto la morte di 11 piccoli cittadini acesi nella vecchia stazione ferroviaria di Acireale, uccisi da un ordigno esplosivo.

(Graziella Tomarchio)

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