Nessuna passerella per i lavoratori dell’Ipab Oasi Cristo Re, nessuna passerella e nessuna comunicazione per le Terme che stanno giungendo a sentenza di fallimento, nessuna passerella nel pessimo stadio Tupparello dove la pista è, di fatto, una pista non di atletica ma di motocross. Eppure appena ne chiudono a fatica una vanno subito a fare le primedonne con a seguito un codazzo di ultras senza memoria e privi di ogni cultura. Un vanto aprire una porta e tagliare un nastro che non può essere tollerato nella città delle incompiute, nella città delle strutture pubbliche di cui volano i tetti e nessuna tolleranza per i soliti avanti e indietro e i cambi di casacca che sono arrivati, da tempo, a livelli di “senza pudore alcuno”.
Insomma tagliare nastri per incompiute che vedono la luce, nascondersi davanti alle responsabilità politiche per le strutture pubbliche che erogano servizi e che sono mandati a fallimento, revisionismo storico, intolleranza e pietose giustificazioni per la carnevalata del 25 aprile e un tasso zero in tutti gli indici di vivibilità, rendono le passerelle momenti insopportabili e fortemente nauseanti.
(mAd)