Ma trasferire il TFR in un fondo pensione è davvero così conveniente? Cosa guadagna il lavoratore che decide di fare questa scelta? Cerchiamo di capire meglio come funziona.
Il sistema pensionistico italiano è formato da due importanti pilastri; da una parte c’è il sistema previdenziale obbligatorio -i contributi da versare per l’accumulo pensionistico di base- e dall’altro c’è la previdenza complementare, parliamo cioè di un sistema che va ad implementare la previdenza di base -nello specifico parliamo dei fondi pensione. Una delle opzioni per la creazione di un fondo pensione è quello di spostare il TFR in questo piano pensionistico, c’è da chiedersi però se ci sono effettivi vantaggi e se conviene davvero.

I piani di previdenza complementare hanno lo scopo di assicurare al lavoratore un adeguato livello pensionistico una volta raggiunta l’età per lasciare il mondo del lavoro. Quello che si fa, in buona sostanza, è raccogliere il risparmio previdenziale che verrà fatto maturare attraverso piani di investimento personalizzati e che nel periodo della pensione saranno integrati alla pensione di base.
Questo sistema complementare è totalmente a carico del lavoratore ed è per questo che molti lavoratori dipendenti decidono di integrare i versamenti al sistema complementare trasferendo il TFR al fondo pensione programmato. I vantaggi, in effetti, non sono pochi e permettono al lavoratore anche di andare in pensione anticipata con più tranquillità.
TFR migrato nel fondo pensione, benefici e vantaggi fiscali
Come sappiamo il TFR è un elemento della retribuzione che il lavoratore accumula negli anni di lavoro e che gli è dovuto al momento della cessazione di lavoro. Trasferire questa somma, più o meno consistente, in un fondo pensione ha diversi vantaggi; tra i più importanti la possibilità del lavoratore di accedere alla pensione anticipata -cioè a 64 anni e 25 anni di contributi- con più facilità e tranquillità.

Il raggiungimento delle soglie per la pensione anticipata è permesso in quanto il legislatore permette di utilizzare il fondo complementare per raggiungere la soglia minima di pensione che è pari a 3 volte l’assegno sociale. Non solo, quindi, conviene trasferire il TFR nel fondo pensione, ma si tratta di un vantaggio così importante -anche per le casse dello Stato- che oggi vale la regola del silenzio assenso, per cui a meno che il lavoratore non indichi altro il TFR viene trasferito in automatico nei fondi pensione complementari.
A questo vanno aggiunti poi i benefici fiscali; il TFR destinato ai fondi pensione può raggiungere rendimenti annuali che arrivano anche al 5%, ben superiori all’1,5% del Trattamento di fine rapporto lasciato in azienda. Inoltre, investire in un fondo pensione significa anche avere una tassazione più agevolata del 12,5% se parliamo di titoli di Stato e del 20% su altre forme di investimento.
Infine, anche al momento della liquidazione, sia come rendita che in formula unica, le imposte sono più basse con una riduzione fino al 9%.