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Acireale – Non si stava meglio quando si stava peggio

ACIREALE – L’attenzione sulle criticità che ancora insistono sulla città è un dato ed un atteggiamento che certamente non può e non sarà mai dismesso da parte di una società civile che cresce per sensibilità e per indignazione. La ZTL, la villa belvedere ancora chiusa, la difficoltà a nominare un assessore ai VVUU e prot. civile, l’ambiente da tutelare e valorizzare. Sono tante gli indici che devono essere migliorati.

Malgrado tutte le problematiche  non possiamo concordare con il famoso detto “si stava meglio quando si stava peggio”, non è così ed è facilemente smentibile. Ci siamo accorti, lo dicevamo già prima e lo abbiamo ripetuto per oltre dieci anni, che lo stato in cui la città ha affrontato le sfide sulla vivibilità nei due mandati della destra al governo cittadino, sono stati modi che hanno dimostrato che affrontare temi importanti ed epocali richiede impegno e una continuità progettuale. Non è stato così e i risultati di una non politica sulla viabilità, sulla differenziata, intorno ai temi della cultura e della qualità della vita sono la pesante eredità da cui è difficile districarsi.

Oggi, però, la destra torna a tuonare. Sarà l’aria pesante delle elezioni regionali, sarà che l’isolamento (per la prima volta nella nostra città) della destra non è per alcuni facilmente digeribile, sarà che vengono applauditi i comunicati di FN, sarà che al disfacimento totale della politica dei “berluscones” c’è chi non riesce proprio a farsene una ragione.

In questa ottica riusciamo a comprendere bene le difficoltà dell’assessore all’ambiente Fichera che prova a dimostrare che Acireale può diventare virtuosa ma si ritrova davanti un muro di gomma che dai rifiuti ne ricava formule politiche. In questo senso possiamo comprendere l’impegno dell’assessore alla cultura Coniglio che con un misero budget mette in piedi un mese di cultura in una città affamata di tutto e bisognosa di approfondimenti. Comprendiamo anche il disagio di chi si trova a governare delle liste litigiose e permalose e gelose. Comprendiamo che c’è un passato da dimenticare in fretta ed è necessario guardare in direzione opposta e contrario allo status quo che ha regnato per oltre mezzo secolo nella città dei cento campanili e dalle mille ipocrisie.

La destra sbraita, urla dall’alto del meno di niente che hanno lasciato sul territorio. L’amministrazione Barbagallo balbetta e procede con difficoltà ma grazie al cielo della destra è rimasta solo una insignificante frangia autoreferenziale.

(mAd)

 

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