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venerdì, Maggio 3, 2024
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Piccola Storia di Jaci – Il volto di Santa Venera

 

 

Giacinto Platania, illustre pittore acese, da sacra commozione doveva esser pervaso e celesti visioni doveva ispirar il suo genio di artista, quando intorno al 1655 prese a colorir il volto di Santa Venera, scolpito in bronzo da altro insigne artista siciliano. Quel fresco color di giovinezza delle guance, il rosato dei pomelli, quello sguardo infinitamente dolce e pietoso, danno inusitata parvenza di vita alla Santa e la bocca piccioletta sembra che debba parlar materne parole al suo popolo fedele che l’invoca quando esce in trionfo di luce e di suoni, nel ferculo prezioso per la città festante. La fede astratta è privilegio degli eletti e dei filosofi; il popolo nella sua ingenua semplicità ha bisogno dell’immagine e del simbolo che della venerazione comune trae argomento di maggiore bellezza, bellezza che l’artista gli trasfonde per intima suggestione e per ispirazione a volte sovrumana.

La statua di Santa Venera di non comune pregio estetico è ricca, e di ardente fede è circondata nella sua città fedele che sempre negli eventi lieti e tristi, la espone fin dai secoli lontani come l’espressione e la sintesi del sentimento cittadino. Di preziosi metalli è composta, da pittore illustre fu il suo volto animato, oro e gemme l’arricchiscono ma una spada tersa e lucente splende fra le sue gioie come a significar la vecchia anima guerriera di questa gente che coltivò i mercati, che dissodò le terre, che costruì questa città bellissima e che seppe in ogni tempo difendere – armi in mano – le patrie libertà. Squilli il giubilo della vittoria, risuoni l’appello per la difesa, tremi la terra o sgorghi il fuoco dai fianchi del vulcano, un grido unanime echeggia: Santa Vennira!  grido sempre vecchio e sempre nuovo che saluta nelle ore decisive l’immagine che rappresenta secoli di storia e di passione cittadina.

Articolo del Dott. Alfio Fichera pubblicato sul “Popolo di Sicilia” il 24 luglio 1932

foto di Santa Venera di G. Marano

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