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martedì, Maggio 14, 2024
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Piccola storia di Jaci – La donna acese, anno 1836

Lionardo Vigo nel suo libro “Notizie storiche di Aci – Reale” stampato nel 1836, traccia, nell’ultimo capitolo, un  profilo della donna acese:

Fiore della società sono le donne, e a questa rosa di tutta fragranza devo consacrare un ricordo. Esse in aci sono casalinghe, massaje, amorevoli, costumate; ma poche sanno leggere, pochissime la musica e la danza; non loro ma peccato del nostro sesso; non solo religiose, ma sono qualche cosa di più. Sono poco campagnevoli, perchè rado sono feste da ballo, e in carnevale soltanto: ma in villa sono tutt’altro: ivi non le riconosci: argomento infallibile ch’elle siano naturalmente giulive. Come tutte le siciliane hanno la statura, la pelle, gli incantevoli occhi: le distingue il vestire, si ravvoltano in ampio voluminoso ammanto di seta nera che dalla testa ai piedi, come lenzuolo mortuario le cuopre, e che alle spalle legano. Questo costume come insolito è notato da’ viaggiatori: è residuo degli usi della dominazione spagnola: dalla Catalogna in Sicilia venne, ed in gran parte della Sicilia ancor vive: il forestiere ch’entra in Aci all’aspetto de’ preti a nero, de’ monaci, delle donne a nero, crede porre piede in una città che a lutto pianga qualche pubblica disavventura. Fate un falò di tutti quei manti segno di antica schiavitù straniera, e sarete più legiadre o care donne, amabile sorriso della natura; o almeno serbateli per vestirvene visitando le chiese. Le povere e le contadine vestono la “mantellina”, è una lana bianca o un drappo di seta a colore che giunge a’ finchi, e delle ricche sono più preziose, perchè mezzo il corpo rivelano. La maggior parte di esse esercita la vita in tessere, filare, cardare seta, lana, cotone, canapa, lino: perciò celebri e abbondanti sono i tessuti, e più le tele e i damaschi di Aci.

Lionardo Vigo Calanna

foto intitolata “persone di servizio” primi del 900. Lastra di don Salvatore Pennisi Alessi barone di Floristella

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