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Il Natale dell’opposizione (parte prima)

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Dopo avere visto che erano successi dei contrattempi sulla pista di pattinaggio sul ghiaccio e per offuscare il successo del panciuto Babbo Natale fancitiano, l’opposizione si è mobilitata tutta per dare un tono al Natale acese e far fare bella figura al Sindaco, in attesa che la Sogip, per cui ha votato pressochè compatta con virtuosa lungimiranza, diventi operativa.
L’entrata in scena dei Franchina boys dell’Officina ha messo addosso un brio tutto nuovo ad una opposizione che risultava spenta: prima grande decisione, un Natale ortodosso, nel rispetto della tradizione più antica.
La Grotta di Betlemme, il titolo che inizialmente  è stato dato all’iniziativa, non ha trovato l’apprezzamento di nessuno: il Pd non gradiva Betlemme, un paesazzo non modernizzato, senza comfort e senza un centro benessere; dissidi interni anche in Progetto Acireale Greco pretendeva per motivi elettorali la Grotta do Pizziddu e Fazzio avrebbe preferito il termine stalla e non grotta; i consiglieri di Primaverapadreefiglio al momento di dichiarare la loro preferenza sono usciti di corsa, sono stati poi visti al Santonoceto a lucidare le maniglie delle porte, per dare lustro al nuovo Commissario; i ragazzi forzaitaliuti dalla colonia Dux dichiaravano che come maggiore partito di opposizione avevano diritto nella grotta al ruolo di Maria, dell’Angelo della Gloria e dell’asino.
Il problema lo cercò di risolvere Alessia Di Mauro proponendo al posto di Betlemme, Predappio ridente paesotto romagnolo che assistette ad altra spettacolare nascita.
Pietro per l’esultanza a cotale annunzio intonò, anche per ingraziarsi gli alleati al ballottaggio, la Sagra di Giarabub, per via dei cammelli….
Deus ex machina: la saggezza del notabile dai capelli bianchi, che con pacato discorso convinse tutti : Ahu, chi siti sciamuniti? si fa comu dicu ju!!!
Per protesta la componente estrema di destra abbandonava la riunione, Alessia rientrava nel centro di prima accoglienza per rifugiati politici del Pd acese dove l’aspettavano i fidi collaboratori, Littorio e Ricino con il neo acquisto l’infermiera Alalà.
A questo punto Franchina, citando a memoria la Summa Teologica di San Tommaso d’Aquino, nonchè tutti gli scritti inerenti il concilio di Nicea e di Costantinopoli, facendo opportuni e dovuti riferimenti alla religione Mitriana e alla pagana di Roma, concludeva che la manifestazione dovesse incentrarsi sul culto del dio Sole.
Pietro preso dall’euforia, e per far piacere anche ai metalmeccanici dell’ Officina Acireale, intonava l’Inno a Roma di Puccini: Sole che sorgi libero e giocondo….
Accantonato definitivamente, per timore reverenziale verso le dotte citazioni che avevano intimidito un po tutti, il progetto della grotta di Betlemme tanto caro al notabile con i capelli bianchi, la corposa e variegata compagine si dava verso per celebrare il rito del “Deus Sol Invictus”.
Ma di questo parleremo nella seconda parte, dopo avere assistito alla rappresentazione.

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