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martedì, Maggio 14, 2024
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Il PD

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Dove aver smontato la falce e il martello, abbattuto l’Ulivo, censurato il termine “sinistra” finalmente questo partito supera la soglia del 40%. Una percentuale democristiana, una percentuale della primissima era Berluscones, insomma la quota del 40% rappresenta in Italia l’accozzaglia, un minestrone rancido dato da mangiare a tanti italiani. Il PD, quindi, corre spedito verso il Partito Nazione, il bipolarismo infame, la corsa versa una democrazia sempre più malata dove le percentuali di astensione e di voti di protesta si perdono nel grande fango del potere democristiano di oggi.

Il PD è la diccì del terzo millennio e non lo nasconde neanche più. Dopo aver contribuito alla distruzione della sinistra con l’era Veltroni (il ma anchista), dopo il governo con Forza Italia e Monti premier, dopo il momento Letta arriva Renzi il più democristiano e berluscones che si sarebbe mai potuto immaginare.

E’ simpatico Renzi (dicono gli ex elettori del centrodestra del cavaliere), è bravo Renzi dicono i renziani convinti, Renzi funziona dicono gli ex MPA, Renzi ci ha portati al governo dicono i poveri ingenui iscritti al PD. Poi quando il Renzi si sposta nella città (vedi Catania) piovono le contestazioni e le manifestazioni dei disoccupati, i precari, i poveri.

Il PD un luogo dove tenersi lontano, dove le regole della partitocrazia sono usati solo per la gestione del potere, quel luogo dove ormai gli scandali non si contano più. Un luogo democristiano, nient’altro.

Concludo riportando un passo di Angelo d’Orsi tratto da Micromega.

“Eppure, non dobbiamo trarre la conclusione che fra destra e sinistra non ci sia differenza: la differenza, concettuale, sul piano insomma della teoria politica, esiste eccome! Il fatto è che non esiste (quasi) più una sinistra nelle istituzioni rappresentative. Certamente, anzi certissimamente, il Partito Democratico (una denominazione che oggi suona grottesca, davanti ai comportamenti personali e alle linee politiche del ducetto Matteo Renzi) non ha nulla a che fare con l’identità politica della sinistra, e ha reciso ogni legame con la stessa memoria della sinistra. Basti il cosiddetto “Jobs Act” (siamo moderni, parliamo inglese, of course), che, come ha autorevolmente asserito Luciano Gallino (il migliore analista della società e dell’economia che abbiamo oggi in Italia), nella bella intervista concessa a Giacomo Russo Spena, è una riforma di destra. Punto.”

(mAd)

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