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Lavori pubblici nell’Acese affidati ai soliti noti? di Ivan Castrogiovanni

Questo mio articolo è del 24 maggio 2015. Alla luce di quello che sta cominciando a scoprire la magistratura, avevo visto giusto: I miei articoli riguardarono anche il cimitero, mentre mettevo in guardia il sindaco su quelli che erano i suoi doveri di governo e morali, compresi la lotta alla mafia e un rapporto corretto con la Chiesa cattolica. Mi rendo conto che fare il grillo parlante, anzi esserlo, ti attira solo guai. Puoi anche tentar di cacciare indietro la tua natura, ” tamen usque recurret ” , diceva Orazio…..

Nel 2013 volli partecipare alle elezioni per il consiglio dell’Ordine degli architetti creando una lista con unico componente me stesso e con slogan, “Lavoro! Lavoro! Lavoro!”. Beninteso, avrei preferito una lista con tanti nomi ma…nessuno volle aderire. Forse che di lavoro ce n’è, ed io sollevavo un falso problema? Forse ponevo la questione in modo populista?  A giudicare dal numero ridicolo di voti avuti, sedici, sembrerebbe di sì. Tuttavia il problema ritorna, più drammatico che mai. Prendiamo la mia Acireale: in questi giorni si moltiplicano le notizie ufficiali circa  incarichi dati per  ‘la riqualificazione di Santa Maria La Scala’, per la demolizione di una struttura di alaggio a Santa Tecla, per il  rifacimento  del tetto del Teatro Maugeri,  per la demolizione dell”ecomostro”, ed altro ancora, incarichi che prevedono un fiume di denaro. (In particolare mi sgomenta la decisione di rimuovere il tetto del Maugeri, una struttura in acciaio a capriate distese a croce di sant’Andrea per la  quale l’ingegner Mariano Grassi fece le prove di montaggio addirittura sulla spiaggia di Scoglitti nel 1952,  tuttora assolutamente idonea: a volare via per  la tromba d’aria, infatti, è stata solo la copertura leggera, qualche anno fa già sostituita nei “lavori di riqualificazione”). Come si è proceduto per attribuire questi e altri incarichi? Perché alcuni nomi tornano insistentemente, cumulando incarichi con quelli avuti con le passate amministrazioni? Non sarebbe doveroso, visti i tempi, aprire le porte a tutti, magari con i concorsi di progetto? L’ultimo scandalo di Villa Belvedere non ha insegnato niente?  Si è anche deciso di fare un  ‘albo’ dei progettisti rinnovandolo ogni semestre. Ma sa di beffa, e diventa un ennesimo tormentone per tutti i professionisti che  il lavoro dovranno inseguirlo  senza mai raggiungerlo, come nel famoso apologhetto di Zenone.

Ci fu un’epoca, ormai lontanissima, che non c’erano i corsi obbligatori  formativi e il lavoro era la vera palestra della professione. Oggi il lavoro è sparito, gli obblighi formativi e contributivi sono enormemente cresciuti. Perfino le questioni disciplinari pendono come spade di Damocle.

Non si può accettare che il Comune, quel carducciano comune rustico che è l’ultima difesa  di noi poveri cittadini, tradisca le aspettative di tutti.

(architetto Ivan Castrogiovanni)

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