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martedì, Maggio 7, 2024
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“Quattordici Spine” ultimo romanzo dello scrittore acese Rosario Russo.

L’ultima fatica letteraria di Rosario Russo, “Quattordici spine”, ha una trama che scorre in maniera piacevole. I suoi romanzi, quasi tutti dal sapore noir, diventano una scusa per il lettore per ritrovarsi coinvolto in colpi di scena che movimentano la trama, battute esilaranti e dialoghi che si incastrano alla perfezione ed è sempre piacevole ritrovarsi catapultati in una perfetta ambientazione.In questo caso, il romanzo “Quattordici spine” ha come scenario il meraviglioso barocco acese, ricco di storia, architettura e cultura che certamete Rosario, nato e cresciuto ad Acireale, ha voluto valorizzare al meglio, rappresentandolo come una vera e propria scenografia per esaltare la sua città nella sua più assoluta bellezza.

Uno scenario barocco, visto con gli occhi di un ispettore di polizia Luigi Traversa, veneto di Feltre, il quale decide di farsi trasferire ad Acireale, in provincia di Catania, per affrontare la sua prima indagine in Sicilia. Così arriva quasi misteriosamente nella bellissima città di Acireale, confortato dal fatto che gli avevano descritto questa città come un posto tranquillo, luogo adatto a chi deve dimenticare e ripartire e Luigi Traversa sentiva ancora addosso tanta inquietudine, che era il riflesso di sue passate disavventure, accadute nel suo commissariato di Feltre e in cui si era trovato coinvollto. Ma poco dopo il suo arrivo ad Acireale, la cittadina ridente e tranquilla che gli avevano descritto, la stessa viene scossa da un fatto di cronaca grave: il canonico della Basilica di San Pietro, Don Mario Spina, rimane vittima di un atroce omicidio. Due uomini l’hanno selvaggiamente picchiato e ucciso, lasciando il suo corpo inerme e privo di vita all’interno della sacrestia.

L’ispettore comincia da subito a brancolare nel buio, i cittadini erano sconvolti, mai si erano trovati ad affrontare un fatto cosi grave in città e poi Don Mario Spina era un uomo e un sacerdote molto amato e stimato ad Acireale, non si capacitavano chi avesse voluto per lui una morte così orrenda. Il movente sembrava sin da subito evidente visto che erano spariti pure i resti di un noto artista acese, Paolo Vasta, conservati nella Basilica. Ma la matassa comincerà a sbrogliarsi nei giorni a seguire, quando l’ispettore Traversa, insieme al commissario Lorefice e al vice ispettore Orlando, iniziano le loro indagini nella piccola comunità acese, che mai prima di allora era stata protagonista di un delitto così efferato.
Una comunità sconvolta che viene passata a setaccio affinchè i tre possano ricostruire tutti gli orrendi contorni della vicenda e che li porterà ad addentrarsi nelle viscere del malaffare e della politica sporca.

Quattordici sono le spine, da cui prende il titolo il romanzo, e che ogni giorno Traversa toglierà una ad una da ciò che simbolicamente rappresenta la Sicilia, il “Ficodindia”, e, in questo caso, la sua indagine. Quattordici sono dunque i giorni che serviranno a Traversa per attraversare l’inferno e lo squallore con non poche difficoltà, e non perchè gliel’avessero mandato ma perchè aveva scelto l’abisso da solo, fino ad arrivare all’ultimo giorno, il quattordicesimo, quando arriverà a togliere l’ultima spina che lo farà riemergere dall’inferno attraverso la verità e la soluzione del caso.

Dicevamo, un romanzo bellissimo che per gli appassionati di lettura poliziesca offre innumerevoli colpi di scena, un genere quello di Rosario Russo che appassiona, che cattura sin da subito l’attenzione del lettore provocando fortissime emozioni. Un romanzo incisivo che fa riflettere sulla natura umana, sugli orrori della società, sulla politica e i suoi intrighi. Rosario con questo romanzo ha sfidato se stesso perchè è stato capace di creare un mondo con la sola forza delle parole, i suoi personaggi credibili inseriti in situazioni intriganti, la suspense mai sotto i livelli di guardia e una sana dose di violenza e passione che ne fanno da cornice.
L’autore come in ogni suo libro o racconto, ha una cura assoluta dell’ambientazione in cui darà vita alla sua storia. Fortemente legato alla sua terra, la Sicilia, e profondo conoscitore della sua Acireale, di cui scrive sempre con eleganza ogni qual volta ne rappresenta i fatti e la sua storia. Ed è incisivo quando di questa meravigliosa terra ne descrive magistralmente i profumi e sapori, i colori del suo mare, la sua gente e le sue tradizioni tanto da rendere ancora più reale il romanzo che offre al lettore.Un riferimento a Sciascia è inevitabile visto che durante la narrazione viene pure citato perchè, come lui, Rosario sa perfettamente descrivere luoghi e vicende di una città che ama profondamente e, come lui, la mala società la descrive come metafora sulla condizione umana, uno spunto dunque, per riflettere sul potere e sull’uomo. Nel romanzo “Quattordici spine” la Sicilia è messa in risalto dall’autore per le sue bellezze naturali, per i luoghi storici, per suoi paesaggi, per le sue stradine, per il suo dialetto e per la sua cultura, per la sua storia, il tutto descritto con realismo quasi poetico.

Rosario Russo, giovane autore acese, è forte di una scrittura fresca e chiara, lineare e a tratti capace anche di strappare sorrisi mentre, piacevolmete e con molta cura rappresenta i fatti e la sua città, descrivendone di quest’ultima, la sua armoniosa bellezza.

Rosario Russo: (1986) è uno scrittore siciliano che vive e lavora ad Acireale. Laureato in Lettere e Filosofia e appassionato di Storia, ha conseguito successi in numerosi premi letterari, presentando racconti di vario genere. Nel 2012 ha esordito con Il Martirio del Bagolaro, romanzo storico ambientato ad Acireale nel 1862. Il poliziesco Quattordici spine è il suo secondo romanzo.

(Graziella Tomarchio)

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