Acireale, con una delibera di giunta del 29/02/2016 avente come oggetto: regolamento comunale per l’utilizzo delle sale di proprietà del Comune di Acireale da adibire a conferenze/riunioni, viene approvato un regolamento che prevede una tariffa per l’utilizzo delle sale di proprietà comunale, ovvero di tutti.
L’amministrazione malgrado è conscia del fatto che le sale a disposizione della cittadinanza hanno come fine quello di “favorire lo svolgimento di attività di promozione dello sviluppo sociale e relazionale” impone una tariffa per l’uso delle sale pubbliche. Un modo di fare cassa che ci amareggia e che certamente non sarà di sprone per l’organizzazione di eventi, incontri, attività culturali, attività sociali ed altro ancora.
Le sale individuate sono: 1) Sala riunione/conferenze ex Angolo di Paradiso (Villa Belvedere); 2) Sala riunione/conferenze presso antisala consiliare a Palazzo di Città (quando sarà riaperto); 3) Sala riunione/conferenze presso comando di polizia municipale in via degli Ulivi. Nel deliberato è previsto che anche un singolo cittadino può farne richiesta oltre alle associazioni di varia natura, partiti politici etc.
Si legge dal dispositivo: “Per le consulte e i rappresentanti istituzionali di ogni ordine e grado (civili, militari, politici e religiosi) in occasione di incontri aperti al pubblico l’uso delle sale riunioni è gratuito”. Mentre per tutti gli altri richiedenti (vedi associazioni di vario tipo, volontariato etc.) c’è una precisa tariffa che prevede: 100 euro per l’utilizzo della sala riunioni/conferenze di via degli Ulivi – 200 euro per la sala riunione/conferenze dell’ex Angolo di Paradiso e 300 euro per la sala riunione/conferenze dell’antisala consiliare di Palazzo di Città. Insomma un modo poco redditizio e pesante di fare cassa per l’affitto di sale pubbliche e per incontri pubblici. Ovviamente sempre le solite categorie sono quelle che, insieme ai tanti privilegi, sono esenti dal pagamento… politici, religiosi, militari e includono nella determina anche “civili” ma il significato di rappresentanti civili al momento sfugge alla nostra comprensione. Le associazioni di volontariato sono “civili”?
Fare cassa anche riducendo gli spazi liberi e di tutti è sempre un metodo che ci lascia perplessi e che chiude possibilità di scambi culturali e di parola invece che promuoverli e rilanciarli.
(mAd)