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giovedì, Maggio 2, 2024
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Acireale – Ipab Oasi Cristo Re, i sindacati e la crisi.

ACIREALE – Continua la lenta agonia dell’Ipab Oasi Cristo Re e delle Ipab siciliane in generale. Il governo regionale che aveva promesso di produrre una legge per il riordino delle ipab tace e le riunioni a Palermo con l’assessore alla famiglia attendono ancora risposte e fatti concreti.

I sindacati alzano la voce e in un comunicato affermano: “Si sa che tutti i dipendenti dell’Ipab “Oasi Cristo Re” di Acireale non ricevono lo stipendio da trenta mesi, fatto inaudito e dalle conseguenze difficilmente immaginabili. Non potendo più attendere, dopo oltre due anni di inadempienza dell’Istituto, pressoché tutto il personale dipendente ha adito le vie legali ottenendo un decreto ingiuntivo per le somme spettanti. Perdurando l’inadempienza dell’Ente, i lavoratori iscritti a questa Sigla sindacale hanno deciso di portare ad esecuzione il decreto ingiuntivo attraverso delle azioni di pignoramento che hanno bloccato i conti dell’Istituto. Ne è seguito un tentativo di linciaggio anche mediatico che ha mirato a far passare il messaggio assurdo che l’impossibilità di operare dell’Istituto fosse dovuta ai pignoramenti notificati a novembre 2016, piuttosto che ad anni di cattiva gestione che hanno portato a un debito del personale di trenta mensilità, a bilanci e rendiconti di gestione bocciati in tutte le sedi amministrative e giurisdizionali (l’Ipab opera per così dire col bilancio del 2013)”.

Il riferimento è al fatto che i dipendenti dell’Ipab Oasi Cristo Re hanno adito alle vie legali nel tentativo di ottenere quanto spetta loro; gli stipendi. Ma l’azione dei dipendenti è stata considerata come un altro problema che si è sommato ai tanti già rpesenti. Di fatto alcuni hanno tentato vanamente di addossare le colpe all’azione legale dei lavoratori invece di puntare il dito sulla cattiva gestione della cosa pubblica da parte della dirigenza politica regionale.

Così continua il documento della CGIL: “Grazie anche all’impegno del sindaco di Acireale, dopo tavoli tecnici e le intese intercorse a chiudere la situazione di stallo, i lavoratori della CGIL hanno manifestato la disponibilità a rinunciare ai pignoramenti a condizione che nell’immediato venisse corrisposta una congrua somma a titolo di acconto a tutti i lavoratori e, ovviamente, che non fosse altra parte dei lavoratori ad agire in giudizio (d’altronde che senso avrebbe la rinuncia ai pignoramenti di una parte del personale, se poi v’è un’altra parte del personale che invece decide di intraprenderli?)”.

Una lunga storia che sta portando i lavoratori e le loro famiglie in una condizione davvero difficile. La politica continua a tacere.

(red)

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