ACIREALE – Piazza Europa ore 10 del mattino folla davanti ai seggi delle primarie del PD, anzi due folle. Una che fa la fila per il voto e un’altra, divisa in gruppetti, fuori a discutere, prendere un caffè, cazzeggiare. Una bella giornata di sole con raffiche di qualcosa che non si riesce a decifrare bene. Non è vento (men che meno quello del cambiamento), non è sole pieno, è umidità appiccicosa e nubi grigie e sole grigio. Il grigiore avvolge piazza Europa mentre in tutto il resto della città il sole illumina la spazzatura abbandonata negli angoli delle strade, in tutto il resto della città il sole illumina il degrado. In piazza Europa, invece, è umido e la tensione viaggia da un gruppetto all’altro non risparmiando nessuno, neanche me che vengo cacciato in malo modo alla richiesta di un’intervista. Mah, doveva essere festa della democrazia ma sembra la notte dei lunghi coltelli, se fossimo stati negli anni del far west sarebbero volati i cazzotti e poi le pistolettate nel saloon e non si sarebbe salvato neanche il pianista.
Folla, una grande folla di neo simpatizzanti del piddì, una folla mai vista per votazioni primarie tranne per quelle che portarono Roberto Barbagallo alla candidatura a sindaco. Quelle, però, furono oltre 7 mila ieri, invece, la “gioiosa macchina di guerra” dei vari big della politica locale è andata appena oltre 1.600 votanti. Un flop!
Telefonate, inviti, whatsapp, stregonerie, segnali di fumo e riunioni non hanno portato i numeri che ci si aspetta quando scendono in campo i big della politica locale. I big per Renzi e i big per Emiliano che, con un colpo di reni furioso, scavalca Orlando e raccoglie ben 374 voti di preferenza mentre per le primarie di circolo aveva ottenuto soli 5 voti. Stranezze della politica come stranezze sono quelle che vedono insieme a votare Renzi il gruppo dell’on. Nicola D’Agostino con il gruppo che per anni ne ha osteggiato l’ingresso al circolo acese. Stranezze.
Un grande flop nei numeri e un grandissimo fallimento politico. In ogni caso da oggi possiamo dire che Acireale “non è città di destra”, è “renziana” e mi chiedo se, in fin dei conti, non sia altro che il rovescio della stessa medaglia. Un aspetto della politica che vede muovere 1.604 cittadini, solo 1.604.
E la Francia è più vicina e lo scollamento tra governati e governanti diventa un baratro, diventa una prateria dove populismi e neoautoritarismo marciano senza pietà.
Un flop, un grande flop.
(mAd)
