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venerdì, Maggio 3, 2024
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Acireale, pronto soccorso. Il richiamo del tribunale dei diritti dei malati.

sanita(foto di repertorio web)

Ancora una volta assistiamo all’ennesimo warning del TDM di Acireale. Citiamo dall’ultimo comunicato: “Domenica 10 Maggio, alle ore 19 circa, c’erano già 30 persone ricoverate in OBI, esauriti tutti i posti e gli spazi disponibili, mentre al Triage e in sala d’attesa ancora 14 persone (codici gialli e verdi) aspettavano di essere visitati”.

Ritorna alla cronaca, quindi, il pronto soccorso di Acireale che come quasi tutti gli altri p.s. italiani sono inadeguati e spesso sotto organico. Ad Acireale la questione si ripete con una certa regolarità e, contemporaneamente, si oppone un silenzio davvero inquietante sulla questione. Di fatto gli ospedali pubblici soffrono il continuo taglio alle risorse e per qualcuno che spreca migliaia di cittadini ne pagano le conseguenze. La Sanità siciliana sembra essere il classico paziente terminale a cui non si possono prestare cure perché ormai agli ultimi momenti di vita. Ma è davvero così, dobbiamo per forza rassegnarci ai continui disservizi e alla continua e interminabile attesa in barella.

Il TDM, tra le altre cose, lancia un accorato resoconto. “… persistente oscuramento dello schermo in sala d’attesa, all’insufficiente tiraggio dei wc delle due stanze di OBI (Osservazione Breve Intensiva), in particolare il wc della stanza uomini: piccolo, buio e sempre maleodorante anche dopo accurata pulizia; dal non funzionamento della macchina “generatrice di braccialetti” del Triage, al poco spazio disponibile per i pazienti in OBI: ammassati l’uno addosso all’altro senza nessuna forma di rispetto della reciproca privacy”.

Dopo la chiusura del Pronto Soccorso di Giarre, il p.s. di Acireale ha visto aumentare l’utenza che ricorre al primo soccorso del 40% ed a fronte di questo notevole aumento di richieste di soccorso non corrisponde un servizio adeguato. I costi della Sanità siciliana sono alti, altissimi ed il servizio non è certo comparabile alle somme spese. La rivoluzione crocettiana sembra proprio essere una “bufala” da campagna elettorale e nient’altro.

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