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venerdì, Maggio 17, 2024
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Acireale, una città con un futuro incerto. Terme alle banche e pericolo per le Ipab

terme-acirealePer i politici regionali e locali che si sono succeduti negli anni (dalla destra di Catanoso all’aggregazione convulsa di D’Agostino) è arrivato finalmente la buona notizia: le Terme sono finite. Il patrimonio immobiliare, l’hotel Excelsior e il centro di terapia passano all’Unicredit che tenterà di recuperare le somme del mutuo. Un mutuo di cui non si sono mai pagate rate e albergo, che pur avendo un booking invidiabile, chiude per morosità e lascia per strada decine di famiglie.

Il disegno era chiaro sin dal primo momento e parte da molto lontano. Le Terme di Acireale, così come tante altre operazioni gestite con soldi pubblici, hanno avuto nei decenni una gestione fallimentare come del resto non poteva che essere con una classe politica che al posto di programmare ha solo pensato a riscuotere consensi facili. Le Terme avevano convenzioni importanti, prenotazioni e un’acqua e insufflazioni di ottimo livello ma poi tanti lavoratori divennero amministrativi e fu subito penuria di fanghini. Promozioni facili e nessuna attenzione ai conti e alle bollette da pagare.

Cosa certifica oggi la morte anunicata delle terme di Acireale se non il fallimento di un’intera classe politica? Cosa ci raccontano le Terme di Acireale intorno alle assunzioni, alla gestione, alla visione miope di una classe dirigente poco accorta e, quasi sempre, pochissimo interessata al funzionamento dello stabilimento e molto interessata alla clientela? La narrazione di questa vicenda non è complessa ed è ovvio che in Sicilia il bene comune non ha patria, la sanità pubblica (perchè questo erano le Terme) viene dilapidata, vilipesa, sconvolta dagli sprechi e vittima di una gestione che di pubblico non ha nulla ma che, da sempre, rivolge il suo sguardo ai privati, per favorirli e metterli nelle condizioni di gestire, per fini di lucro, la salute pubblica e impadronirsi delle strutture realizzati e pagati con i soldi dei contribuenti.

L’unicredit che vanta un credito significativo ha tutti i suoi buoni motivi per reclamare il dovuto ma, allo stesso tempo, anche i cittadini dovrebbero reclamare il dovuto. Dovremmo reclamare tutti i soldi che sono stati spesi senza averne riscontro e per, poi, giungere ad una fine ingloriosa, scontata e pietosa. Le Terme di Acireale e la loro storia dovrebbero essere un monito per la gestione della cosa pubblica, dovrebbero fare da lezione invece si reitera nell’errore e si continua ad immaginare e pensare il bene pubblico come patrimonio da dilapidare, come merce di scambio per la gestione e il consolidamento del potere.

Adesso attenzione massima alle Ipab perchè il disegno è uguale: degrado, abbandono, debiti, fallimento e svendita. Questa è la strada e la perseguiranno senza tentennamenti fino a risultato ottenuto. E alla fine avremo un territorio privo di beni comuni e privo di ogni senso di collettività. La Sicilia meriterebbe il default e tre decenni di commissariamento perchè, mai come in questo quarto di secolo, possiamo affermare di essere stati amministrati e governati da personaggi incapaci di gestire anche un condominio, gente a cui non affideremmo neanche il cane per la pisciata mattutina.

(mAd)

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