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Artisti di Jaci – Martino Pennisi di Floristella, pittore

 

 

Il 26 giugno del 1988 cessava di vivere l’artista pittore Martino Pennisi di Floristella figlio del Cav. Giuseppe Pennisi Statella già podestà della città.

Vi proponiamo un breve profilo dell’artista, gentilmente reso disponibile dalla Fam. Pennisi di Floristella.

“Papà sei pazzo? Hai fatto i papaveri che volano?” così gli aveva detto uno dei suoi figli, bambino vedendo i suoi papaveri e così gli scriveva Maria Luisa Spaziani “ sono stata subito colpita dai suoi papaveri, dalla loro leggerezza di seta giapponese più sognata che toccata con le dita… e la sua discrezione nel mostrarmi altri aspetti della sua pittura mi ha lasciata con l’impressione che lei fosse una creatura ricca di vibrazioni fra un’alba e una luna”….Interprete d’eccezione della tecnica dell’acquarello non soltanto per la perizia con la quale, senza traccia di disegno sottostante, ma giocando esclusivamente col pennello,  sapeva figurare su grandi fogli le proprie calibratissime composizioni, ma anche per il raffinato gusto pittorico con cui sono eseguite tutte le sue opere che sono state esposte ad Acireale, Firenze, Palermo,  Reggio Calabria, Roma, Taormina, Torino, Milano e che si trovano in varie collezioni private tra cui quella del Maestro Ennio Morricone. Un acutissimo interprete del paesaggio siciliano , – una Sicilia conosciuta in diversi momenti della sua vita e revocata in una proustiana ricerca del tempo perduto –  che sapeva cogliere con un processo di sintesi portato quasi alle soglie dell’esasperazione ma bloccato nel momento esatto e realizzato approfondendo, attraverso l’imposizione a se stesso  di un rigore selettivo severissimo, un postulato che si intravvedeva già nelle sue prime opere.I suoi acquarelli, diceva Piero Cimatti, sono miraggi, esaltazioni paniche  il sogno di una Sicilia incantata, forse tracce di una  infanzia posseduta dalla passione della luce. Sgorgano dalla luce vibrando, l’ora e il luogo da cui sono generati scompaiono in un fulgore di miracolo religioso  per lasciare posto solo alla traccia essenziale della visione. Ha aggiunto qualcosa alla tanto varia iconografia siciliana e lo ha aggiunto togliendo, essenzializzando, rarefacendo fin quasi allo spegnimento del colore …ha aggiunto l’abisso bianco, una sorta di solarità lunare o lunarità solare che avvince come un viaggio di fantasia in una terra di pura fantasia.  Il tratto coraggioso di poche pennellate essenziali sul bianco immacolato della carta diventano ben presto la caratteristica della sua pittura. Gli bastava un segno, un’appena accennata stria di colore, una lieve campitura per evocare volumi, cieli, marine, aerei promontori, scogliere e soprattutto paesaggi del ricordo e del sogno, dove nulla è realisticamente disegnato, ma c’è tutto.  Sapeva anche però abbandonarsi al piacere di stesure minuziose, analitiche, dove ogni particolare è accuratamente dipinto, specialmente il gioco delle ombre e delle luci, le geometrie delle tegole sui tetti, il mattonato di un cortile o di un muro, le imposte delle finestre , ma non perciò la sua pittura perde lievità, essenzialità, eleganza.

Il suo carattere precipuo resta sempre la gentilezza, la soavità, la delicatezza di un cromatismo lirico che rende tutto dolce, pulito e bello, che fa della realtà, un mondo di sogno amabilissimo e armonioso.

Aveva anche un inaspettato senso umoristico e satirico nascosto che viene fuori dai suoi disegni, dai suoi schizzi,  dalle sue caricature e quando si divertiva a raffigurare le differenti realtà siciliane e non , con  l’ironia graffiante delle sue dolenti accuse antimafiose .

 

Di lui hanno scritto:  Anna Bella, Santi Bonaccorsi, Toni Bonavita, Adele Menzio, Giorgio Borio, Pietro Cimatti, Franco Cortegiani, Mario Grasso,Maria Luisa Spaziani, Vito Librando, Carmen Martinelli, Laura Miceli, Enzo Mingiardi, Casimiro Nicolosi, Antonio Oberti, Giancarlo Pandini, Nello Pennisi, Rosario Pavone, Enrica Witch. Da alcuni di loro sono tratte queste righe.

Per le foto e l’articolo ringraziamo il figlio dell’artista il dott. Antonio Pennisi, Giustina Pennisi e L’ing. Agostino Pennisi per la consueta disponibilità

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