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Atto di indirizzo per la democrazia partecipata. Ci sono numeri da capogiro. La dichiarazione dei consiglieri comunali Renna, Seminara, Greco, Bonanno

consiglio-atto-i-indirizzoAcireale, seduta del consiglio comunale del 12/11/2015, arriva – finalmente -in aula l’atto di indirizzo per i regolamenti delreferendum cittadino. Dopo un lungo travaglio plurigemellare ecco che il presidente del consiglio comunale Antonello D’Agostino, in sostituzione dell’assente Rosario Raneri, legge in aula l’atto di indirizzo per i regolamenti del referendum cittadino e per la modifica di alcuni articoli dello Statuto Comunale. L’atto è stato sottoscritto da tutti i capogruppo consiliari e, speriamo preso, approderà negli uffici competenti che si dovranno occupare di redigere una proposta di regolamento che, successivamente, ritornerà in consiglio comunale per l’approvazione in aula.

Il parto doloroso e complesso presenta alcuni passaggi che sono certamente discutibili e che rendono lo strumento principe della democrazia partecipata di difficile accesso. Nell’atto si legge infatti che per poter promuovere il referendum cittadino è necessario un comitato promotore composto da non meno di cinquecento persone e che si dovranno raccogliere non meno di cinquemila firme per poter avere attuabilità. Altro sbarramento di cui non riusciamo a capire i contorni è quello che si riferisce ai temi che potranno essere sottoposti a referendum. Si legge che i temi “non possono essere oggetto di speculazioni politiche”. Non sarà per nulla facile individuare cosa è oggetto di “speculazioni politiche” e cosa no. Un dettaglio che potrebbe lasciare nelle mani del governo cittadino l’accoglimento o il rigetto di numerosi temi da proporre eventualmente a referendum.

L’atto, comunque, tornerà in aula e si spera che siano proposti alcuni emendamenti al fine di ridurre i numeri per l’indizione del referendum e che il passaggio “sulle speculazioni politiche” venga rimosso. Ieri, in ogni caso, Acireale ha compiuto un timido passo avanti nel tentativo di allinearsi con gli altri Comuni italiani che da anni si sono dotati di questo strumento che, tra l’altro, è previsto dalla legge.

Subito dopo la lettura dell’atto di indirizzo abbiamo sentito la consigliera comunale Sabrina Renna che insieme a Salvo Seminara e altri consiglieri comunali si sono interessati alla questione.

Dichiara il consigliere comunale Renna: “Sono contenta che il mio umile impegno venga premiato dalla volontà di tutto il consiglio che annullando i colori politici vota in modo unanime l’atto di indirizzo sul referendum e della consultazione popolare! Questo è un bel momento di democrazia, di progresso e sviluppo dell’apparato istituzionale della nostra città che finalmente si può dotare di un regolamento certo e rigoroso che verrà esitato ora dalla I commissione (della quale fanno parte i consiglieri Greco, Castro A., Frizzi e Quattrocchi e la sottoscritta). Infine da non trascurare e’ il risultato politico di chi come me ha sottoscritto un programma elettorale che intende rispettare in maniera autentica ed onesta con i cittadini. Grazie anche ai consigliere Riccardo Castro e Giuseppe Cali’ con i quali ci siamo occupati della parte dell’atto che riguarda il referendum popolare che offriamo alla comunità come ulteriore segno di partecipazione, confronto, coinvolgimento dal basso per una politica volta alla inclusione di molti e non alla gestione di pochi”.

Salvo Seminara (consigliere Comunale): “Finalmente è approdato in aula l’atto di indirizzo che indica un percorso all’amministrazione per far si che venga trattato l’argomento perl’attualizzazione dello Statuto comunale. Si recupera, così, il vulnus che avevamo in una materia così importante. Voglio aggiungere che il forte ritardo con cui si è giunti alla stesura del documento definitivo è frutto delle conseguenze prodotte da esacerbati protagonismi da parte di qualcuno che ne hanno allungato oltre modo i tempi. Le affermazioni di primogenitura in riferimento all’atto di indirizzo non hanno certamente reso la vita facile per la sua stesura definitiva. In ogni caso ci siamo arrivati e lo abbiamo fatto con un documento di grande rilevanza politica votato dall’intero consiglio comunale che lo ha non solo condiviso ma redatto. Di questo ringrazio sia la maggioranza che la minoranza consiliare che con le loro componenti più “sagge” hanno smussato gli angoli per far si che si potesse dare voce ai cittadini”.

Rito Greco (consigliere Comunale): “E’ l’inizio di un percorso che parte, in consiglio comunale, sin dal 1994 quando venne definitivamente approvato lo Statuto Comunale che è oggi chiaramente datato e superato dalla realtà storica. Si è ritenuto, quindi,  indispensabile dare attuazione a molti Istituti presenti all’interno dell’obsoleto Statuto Comunale ed in particolare a quelli che sono gli istituti che regolano la partecipazione dei cittadini alla vita democratica. Oggi con l’atto di indirizzo approvato in consiglio comunale nella seduta del 12/11/2015 e che è stato votato all’unanimità, si avvia un percorso che porterà certamente ad avere uno Statuto adeguato ai tempi e che darà la possibilità ai cittadini di partecipare attivamente alla vita pubblica”.

Mariella Bonanno (consigliere comunale): “Il riconoscimento della centralità della  partecipazione popolare trova consacrazione nell’ art. 8 del Testo 267/2000 il quale  prevede che nello statuto comunale debbano essere presenti forme di consultazione della popolazione. Negli ultimi  anni  un numero  crescente di enti locali ha introdotto nei propri statuti e regolamenti volti a favorire l’attuazione degli istituti di democrazia partecipata.
Infatti pur essendo la nostra una democrazia di tipo rappresentativo,  esistono tematiche particolarmente  delicate in cui i rappresentanti avvertono l’esigenza di confrontarsi con i propri rappresentati, con quel popolo a cui la sovranità continua ad appartenere.
Attualmente il nostro  Statuto, pur prevedendo la possibilità di indire il referendum consultivo rende impossibile la concreta attuazione di tale istituto in quanto il Comitato dei garanti, al cui vaglio la proposta referendaria deve essere  sottoposta, è composto in parte da figure ormai inesistenti  ( difensore civico ) ed in parte da figure professionali difficilmente reperibili (  professore universitario di diritto amministrativo, magistrato di grado non inferiore a magistrato di Cassazione o presidente di sezione di TAR ecc.)  se non a seguito di un notevole esborso di denaro pubblico.
A mio avviso il Comitato potrebbe essere  composto da  figure alternative che pur garantendo uguale  imparzialità e competenza professionale siano di più  agevole reperibilità”.

(mAd)

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