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CambiAmo Acireale,il caos, le gelosie, gli abbandoni. L’ultima puntata è stata scritta in silenzio.

cambiamo acireale

CambiAmo Acireale è finita. Il comitato non esiste più dal momento che non si calendarizzano incontri ed alcuni membri non sono più interessati a farne parte. Il testimone è passato ai consiglieri comunali di maggioranza che a loro volta non hanno alcuna unità di intenti anzi sono presi da orgoglio, invidie, gelosie e confusione politica totale. Di fatto l’aggregazione è passata dagli strateghi politici “senza voti” ai raccoglitori di consensi dal metodo classico e, significativamente, nauseabondo. I sobbalzi dell’aggregazione che sostenne e produsse il progetto di CambiAmo Acireale sono evidenti in alcuni settori della vita pubblica. La Fondazione del Carnevale perde Rosita Romeo, il comitato perde Marcello Bonaventura, Orazio Maltese ed altri ancora sono nel silenzio ormai da troppo tempo. “Ci hanno usati” afferma un membro di CambiAmo Acireale, oggi “non ci si incontra e le questioni non si risolvono ma si complicano”.

Ingrippato il motore politico dell’aggregazione a sostegno dell’amministrazione Barbagallo, si va avanti per sobbalzi nella speranza che the one man show trovi il coniglio dal cilindro e faccia divertire la platea ma non ride più nessuno quando assistiamo al fallimento di azioni e interventi che dovevano dare dignità alla città. Assessori di parata, altri a scadenza, chi lascia, chi non arriva. Abbiamo la sola certezza della sostituzione dell’assessore Carrara ma in questo prossimo avvicendamento non vi è la minima motivazione politica ma semplicemente un Cencelli usato maldestramente.

Se non bastasse l’implosione del comitato CambiAmo Acireale ecco che anche gli stessi consiglieri di maggioranza decidono di fare i discoli. Alcuni di loro hanno la “leva Maesano” il sindaco di Aci Catena prossimo candidato alle regionali che, di tanto in tanto, viene usato da alcuni politicozzi della maggioranza come punto di forza per mettere sotto pressione l’on. D’Agostino. Così poco oltre un anno di amministrazione non possiamo non sottolineare che il caos regna sovrano e non poteva essere altrimenti quando si va al governo della città senza un partito, senza organi direttivi, senza segreteria politica, senza portavoce, senza segretari, senza una gestione democratica tipica delle organizzazioni politiche.

Dalla villa Belvedere alla Fiera dello Jonio, dal traffico veicolare e l’isola pedonale, dai parcheggi al carnevale, dai regolamenti dei referendum al piano del traffico, dalla raccolta dei rifiuti all’assenza di spazi per i bambini, la potenziale azione amministrativa è stata inesistente perché le voci che dovevano essere corali sono diventati un frastuono insopportabile dove tutti pensano di essere più furbi degli altri, un luogo saturo di urla dove bisogna camminare facendo attenzione a chi sta alle spalle. Insomma un caos politico, con quattro aggregazioni civiche “marmellata”, con un comitato scoppiato e con un segreteria che somiglia più allo studio di uno psichiatra che ad un luogo dove pensare strategie e condividere iniziative.

Soluzioni? Certamente non siamo noi che dobbiamo trovare le soluzioni a casa di chi non riesce ad organizzare sul territorio la pur minima parvenza di condivisione dei progetti e la tanto attesa messa in atto del programma che ha stupito 16 mila acesi di cui una quota rilevante clienti della “rizzetta”.

La formula acese del consenso produce governi e assicura, allo stesso tempo, ingovernabilità.

(mAd)

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