Abbiamo avuto modo, dal pavone in poi, di comprendere come il consiglio comunale acese sia di fatto un luogo dove, per tanti argomenti, la condivisione è stata davvero ampia. Un dato increscioso e assai negativo perché l’appiattimento del dibattito politico nelle aule istituzionali è un dato che si trasferisce sulle spalle dei cittadini che non trovano alcuna possibilità di conoscere ed apprezzare le differenze delle varie espressioni politiche. Un cerchio magico in consiglio comunale che attraversa trasversalmente gli schieramenti, i giovani e gli anziani, i veterani e gli inesperti.
Un consiglio comunale deprezzato e privato da una sana dialettica politica, un luogo sempre pronto a sostenere se stesso, sempre pronto a dirsi e darsi il merito di “costruttivi” quando invece il termine sarebbe quello che indica la complicità. E’ un maledetto dato di fatto che riduce la dialettica e che pone le condizioni per chiedersi seriamente che tipo di rappresentanti sono stati eletti dal popolo e pone interrogativi ancora più inquietanti sulla qualità del voto e sul potere dei “rizzettari” di tutti i colori politici.
I silenzi e le omissioni sono state tante e tutte per episodi davvero penosi. In tutta questo magma, nella confusione gestita ad arte dal presidente del consiglio comunale, sono emersi poche figure. Ed è per questo che si rende necessaria e giusta portare la memoria e l’obiettivo su alcuni consiglieri comunali che, seppur nel caos generale, hanno provato di differenziarsi rispetto al gorgo dell’aula consiliare.
Lorenzo Leotta con la sua ferma presa di posizione in riferimento alla città laica e alla necessità di interrompere delle tradizioni che certamente non vanno nella direzione del cambiamento ma in quella tenace forza restauratrice che fa di Acireale una misera città bigotta e ipocrita.
Riccardo Castro che, l’unico, è riuscito a far comprendere cosa significa (senza giri di parole) la politica della “rizzetta” e, insieme a lui, Sabrina Renna la prima a dissociarsi e a prendere le distanze quando, pochi mesi fa, abbiamo avuto il piacere misto a disgusto nel leggere alcuni verbali di deliranti commissioni consiliari.
Nel deserto del pensiero politico vogliamo, quindi, indicare questi tre consiglieri comunali che hanno proposto, con le loro dichiarazioni, diverse angolazioni rispetto al gregge che pascola in consiglio comunale. Non è tanto ma vogliamo incoraggiarli e sostenerli perché questa nota possa incoraggiarli a percorrere la strada del cambiamento abbandonando repentinamente quella del conservatorismo e dell’inciucismo.
(mAd)