Il consiglio comunale di Acireale su indicazione della VI° commissione consiliare si troverà a discutere sulla bontà del latte italiano e la necessità di valorizzarne la vendita e la tutela. Un’indicazione davvero interessante a cui è previsto dibattito in aula che non vediamo l’ora di seguire con vivo interesse e con una notevole quantità di risate.
Di fatto ci chiediamo perché mai, davanti ad una quantità impressionante di emergenze che vive la nostra città, si avverte la necessità di inserire all’odg, del già povero consiglio comunale, una discussione di tale portata? Le risposte non siamo in grado di darle, possiamo certamente dire che l’argomento non sembra proprio essere di interesse cittadino e neanche di primaria importanza. Il presidente del consiglio Rosario Raneri afferma che la richiesta è arrivata dalla coldiretti e che l’argomento potrebbe non essere inserito immediatamente tra i punti da dibattere. Ne siamo addolorati sarebbe stato davvero la “ciliegina sul latte” seguire questo gustoso dibattito al civico consesso, in ogni caso i consiglierei della sesta commissione permanente consiliare non si sono fatti pregare e con spiccato senso del “made in Italy” il presidente Giuseppe Musmeci, e i componenti Luciano Scalia, Camilla Grasso e Stefano Pennisi affermano nella loro verbalizzazione che “a causa del mercato libero ormai si importano prodotti non appartenenti alle nostre produzioni” e quindi la deliberazione della commissione (di discuterne in aula) è stata presa all’unanimità.
Davanti a tali argomenti non abbiamo molto da aggiungere se non ricordare ai tanti che si siedono al consiglio comunale che Acireale è una città con gravi problematiche e che certamente questa presa di coscienza che il mercato libero consente l’importazione di prodotti esteri non è certo la scoperta del secolo ma la più grande banalità mai sentita prima.
Continuano le sedute del consiglio comunale in un clima che diventa, giorno dopo giorno, sempre più surreale e lo scollamento tra la politica eletta e i cittadini elettori è sempre più pericolasemente ampio.
(mAd)
