İstanbul escort bayan sivas escort samsun escort bayan sakarya escort Muğla escort Mersin escort Escort malatya Escort konya Kocaeli Escort Kayseri Escort izmir escort bayan hatay bayan escort antep Escort bayan eskişehir escort bayan erzurum escort bayan elazığ escort diyarbakır escort escort bayan Çanakkale Bursa Escort bayan Balıkesir escort aydın Escort Antalya Escort ankara bayan escort Adana Escort bayan

giovedì, Maggio 2, 2024
Google search engine
HomeCulturaDemalling: strategie per curare la dismissione commerciale

Demalling: strategie per curare la dismissione commerciale

FullSizeRenderGiunge dagli Stati Uniti una nuova interessante “cura” per combattere il sempre più diffuso fenomeno della dismissione commerciale.

Che cosa si intende con il termine Demalling?
Non si tratta altro che di interventi, più o meno invasivi, che vengono operati su pazienti particolari: le strutture della grande distribuzione quindi mega store, centri commerciali e più in generale tutti i luoghi del consumismo.
In America le operazioni di demalling costituiscono una possibile risposta al costante aumento di fenomeni di fallimento che caratterizzano le strutture commerciali.
Questi luoghi, un tempo centrali nelle logiche del consumo delle metropoli, si trovano ora abbandonati, testimoniando il loro breve ciclo di vita e delle attività in essi ospitate. Tuttavia, molte di queste strutture sono già state teatro di trasformazioni architettoniche e urbane piuttosto interessanti, interventi, appunto, di demalling, che hanno riattivato gli spazi dismessi con funzioni e usi alternativi.
Dalle nostre parti, Il sistema commerciale italiano non è certo immune dal problema emerso oltreoceano, ma, nella nostra passionale e appassionata bella isola, non esistono fenomeni di dismissione commerciale di questa portata, salvo qualche noto raro caso nel catanese.
Anzi si assiste piuttosto, con qualche battuta d’ arresto, al crescente proliferare di centri commerciali, i cosiddetti lifestyle centers, i quartieri mixed use, ormai consacrati a”santuari” nei quali si celebra quotidianamente lo shopping a buon prezzo.
Questo perché sia gli investitori che i consumatori sono più attirati da tipologie di vendita diverse dal centro commerciale tradizionale.
Nonostante siamo saturi di tutte queste tipologie costruttive dal layout architettonico improbabile, il consumatore vede in esse un’ elevata attrattivita’, il sogno di poter trovar al suo interno ciò che cerca perché altrove è convinto di non trovarlo.
Tutto ad un tratto dimentica di essere dipendente dal mezzo, di percorrere soprattutto tanti km per raggiungere il santuario di turno e anche se giunge a destinazione stressato, non lo ammetterà mai perché lo stress verrà subito placato dall’aver trovato subito il posto auto! Si, il posto auto, che diventa miraggio se lo shopping si fa in città.
Vista così, a quanto pare, i nostri locali centri commerciali non soffrono di alcun fenomeno di dismissione. Loro no, ma il centro storico si perché si spopola! Cosa succede allora se, ad essere investiti dal fenomeno di dismissione sono proprio le piccole botteghe del centro storico? Si può parlare di operazione demalling per il centro storico?
Se da un lato la scala d’ intervento appare ristretta, di riflesso appare più ampia se la rapportiamo a certi approcci mentali.

FullSizeRender 2La crisi tipologica delle piccole botteghe rappresenta un tema scottante nelle dinamiche urbane, che risulta di rilevante importanza per i processi di programmazione e sviluppo della città contemporanea
Le cause del fenomeno sono da ricondursi non solo all’ attuale crisi economica che colpisce il paese, sarebbe troppo riduttivo, ma bisogna essere anche onesti e ammettere che manca intanto un offerta commerciale degna e che possa allettare il consumatore.
Questo sfocia inevitabilmente ad un cambio dei propri gusti e anche alla crescita esponenziale, grazie ai consumatori “pigri” e votati al risparmio,di nuovi formati di vendita, vedi il fortunato Amazon con annessi e connessi fratelli.
Oltre alle cause di ordine generale, esistono altri fattori che influenzano il successo o l’insuccesso di un esercizio commerciale: fra tanti Il prezzo di affitto del locale stesso che risulta ingiustificatamente elevato per qualunque tasca, il bacino di consumatori, la tipologia o l’accessibilità, quest’ultima poi risulta scoraggiare gli avventori i quali gradiscono chiudersi in grossi box anziché passeggiare all’aria aperta lungo le vie del corso.
Tutti questi sono aspetti importanti nelle dinamiche concorrenziali che possono essere responsabili del fallimento di un intero centro storico.
Spiegate le cause, quali strategie è possibile applicare per curare il male delle dismissioni?
Il segreto è racchiuso in una buona dose di coraggio, in una mentalità flessibile ed aperta ed in quattro parole: riuso – integrazione – riqualificazione – sostituzione.
Partiamo dal riuso: le botteghe sfitte non necessariamente devono essere negozi, ma si possono riconvertire in piccoli uffici informativi, musei, piccoli laboratori di autocostruzione per incentivare i giovani, centri sanitari e veterinari.
Bisogna quindi prevedere una revisione della distribuzione interna dei locali stessi mediante implementazione di luce e ventilazione naturale, elementi spesso carenti o del tutto assenti.
Se si rende necessario, bisogna integrare botteghe ad altre adiacenti; riqualificazione e sostituzione con piccoli spazi verdi in alternativa a edifici fatiscenti.
Pensare anche al progetto di un opportuno arredo urbano, da semplici sedute a progetti puntuali destinati a parklet, inserito in un contesto ambientale decoroso.
Così facendo e seguendo un approccio programmatico, si migliora la qualità architettonica, l’ avventore e non solo é più invogliato a partecipare e vivere il centro storico e magari, forse, dimentica di avere la macchina al parcheggio.

Cristina Patanè

RELATED ARTICLES

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

- Advertisment -
Google search engine

Most Popular

Recent Comments