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Documento di denuncia sulle politiche commerciali del centro storico – di Officina Acireale

locandina officina acirealeIl desolante panorama di vetrine fatiscenti ed attività chiuse nel centro acese, ed in particolare nel triangolo delle principali vie cittadine, corso Umberto, corso Savoia, Corso Italia, rappresenta lo specchio nefasto della decadenza della nostra Città. Anche se la crisi generale del settore del commercio al dettaglio investe tutto il territorio nazionale, come principale conseguenza dei grandi centri commerciali e dello spostamento fuori dal centro urbano di varie attività commerciali alla ricerca di spazi-parcheggio facilmente fruibili, oltre che dello spostamento sul web di una quota parte di acquisti, la situazione acese appare comunque piuttosto grave. Proprio la necessità di confrontarsi ed entrare in “concorrenza” con i grandi centri commerciali, è la vera sfida di qualunque amministrazione che sia realmente interessata a difendere la vocazione commerciale del suo centro e non si rassegni ad una progressiva desertificazione delle sue strade.

Le politiche dell’amministrazione comunale sul commercio e sul turismo acese sono solo frutto di meri annunci e di azioni scollegate. Come non citare subito, per effetto di immediatezza, l’operazione della PISTA CICLABILE che ha, dietro l’alibi dell’ordine e del rigore, fortemente danneggiato il centro storico; un danno alla Città intera che si dota di una cicatrice pericolosa e alla prova dei fatti scarsamente utilizzata. Una pista ciclabile, “illegittima”, che mette a repentaglio l’incolumità di cittadini, automobilisti e pedoni costantemente minacciati dal pericolo che qualche mezzo sbuchi fuori dagli angoli più imprevisti.

A ciò si aggiunge un danno enorme per il commercio in generale e per le attività di prossimità che vedono, in questo scenario di fatto apocalittico, una sosta auto insostenibile, la mancanza strutturale di servizi e di parcheggi. Ma oltre il danno anche la beffa se pensiamo ai tentativi costanti di far cassa a tutti i costi da parte dell’amministrazione che schiera in campo le proprie risorse troppo spesso attive senza la minima elasticità, impegnate solo nel multare giornalmente i cittadini acquirenti e i commercianti, con conseguente crescente fuga verso destinazioni meno rischiose.

Strisce blu non supportate da macchinette erogatrici di ticket (come nelle vicine Catania e Giarre) dove anche la corsa all’acquisto del tagliando diviene una scommessa, nel rischio di essere nel frattempo multati…, minutaggio imposto (max 1 ora) in alcune strade (che rende difficoltoso un sereno “girar per negozi”…), assenza di servizi igienici, mancanza assoluta di arredo urbano e di qual si voglia regolamentazione riguardo vasi e fioriere, con conseguente disordine visivo e caos, sporcizia diffusa, degrado evidente nelle attività sfitte (che andrebbero comunque regolate con apposite indicazioni per non danneggiare ulteriormente l’immagine delle strade), edifici in totale ed eterno degrado proprio nel cuore del corso Umberto queste e altre negatività, sono il biglietto da visita del nostro commercio urbano, come si può solo pensare che non sia un correre spediti verso ulteriori crisi e chiusure?

Del resto è fatto notorio che ogni saracinesca che chiude è un pezzo del cuore della Città che muore insieme alla speranza a alla voglia di fare impresa di chi si è scommesso e ha investito i propri risparmi…

Qual’è allora il futuro e qual’è la vocazione della Città ? Dietro lo sbandieramento di politiche amministrative, di fatto mancanti perchè non creano rete a partire dai beni culturali, dai piani di sanità sociale, dalla cultura del benessere di città, dal dialogo con i commercianti e con le associazioni di categoria, si nasconde una mancata visione d’insieme e la mancanza di qualsiasi programmazione.

Da qui sorge spontaneo l’interrogativo:

“ma di che stiamo parlando”???

Una città alla quale era stato promesso il cambiamento è oggi alla deriva; una deriva minacciata da ultimo, in maniera imminente, da una ZTL che porterà presto alla chiusura ed alla lenta e definitiva eutanasia del centro storico.

Officina Acireale ha sentito il bisogno di denunciare tutto ciò  che a livello cittadino si percepisce a pelle con un manifesto e chiede una forte presa di posizione di tutti gli operatori affinché si possa invertire la rotta e rivitalizzare la nostra Città.

Sarebbe già un piccolo ma utile e vero segnale creare le condizioni per un abbattimento dei costi del suolo pubblico (a fronte della rendita di servizi) così da favorire le attività al fine di poter essere presenti sul mercato con professionalità ed offerta turistica, servirebbe regolamentare gli arredi urbani, passare dalle parole ai fatti su eventi distribuiti durante tutto l’anno, dotarsi di servizi igienici, regolamenti per l’arredo urbano, gestire in maniera più accorta i parcheggi e poteziare quelli esistenti e crearne di nuovi.

(Officina Acireale)

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