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venerdì, Maggio 3, 2024
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E’ Natale, Robbi, Salvo e Nando discutono. Animatamente. di Piripacchio Acireale

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Robbi, Salvo e Nando discutono animatamente sul Natale. Su cosa fare a Natale in città per la precisione. In realtà non discutono più. C’è silenzio, uno di quei silenzi assordanti. Robbi, Salvo e Nando hanno discusso ed ora in silenzio cercano di riordinare le idee che sono saltate fuori nelle ultime due ore di discussione. In realtà non ce n’è una che sia decente. E lo sanno questo.

“Dobbiamo inventarci qualcosa che non sia già stato fatto!” dice Robbi rompendo il silenzio. “Bravo, siamo sulla strada giusta!” dice Salvo. “Sì, ma cosa?” domanda retoricamente Nando rattrappendosi sulla sedia e scuotendo la testa. “Ci vuole qualcosa – prosegue Robbi restringendo gli occhi per guardare lontano – qualcosa che sia originale, mai fatto, ma al contempo rappresenti un grande classico, non so se mi sono spiegato” “Bah” Nando continua a scuotere la testa, non è affatto convinto, si porta le mani ai capelli, si sente stanco, è scettico, disfattista. “Giusto Robbi, giusto, siamo sulla strada giusta” incita invece Salvo agitando i pugni. Robbi osserva Salvo, la sua pelata lucida, poi osserva Nando chino su se stesso che culla la sua testa come se fosse una bambola. “Ci vuole qualcosa di tondo!” dice Robbi. “Di tondo?” chiede spiazzato Salvo. “Sì, le cose tonde sono rassicuranti” risponde Robbi. Salvo si sente un po’ risentito. Non tanto perché pensa che possa essere stata la sua pelata ad avere ispirato la riflessione di Robbi, quanto perché è lui l’artista della comitiva, a lui spettano certe digressioni sulle forme geometriche. Nel frattempo Nando, sempre più sconsolato: “Senti, Roberto, io vado, si è fatto tardi, devo ancora passare dal gommista a ritirare la macchina ché ho dovuto far cambiare le…” Non fa in tempo a completare la frase che Roberto lo interrompe in estasi: “Ci sono!” “Che cosa Robbi? Che cosa ci sei?” Salvo ha subito capito che stavolta è fatta, il suo Robbi è arrivato all’idea geniale, l’offesa arrecatagli un attimo fa è già bell’accantonata. “Che cosa Roberto? Non ci tenere sulle spine!” dice Nando fiducioso che la sua giornata finora deludente possa svoltare. “Ragazzi, è fatta. Ci sono, ho trovato – Roberto sorride sornione – Mettiamo una bellissima ruota panoramica a piazza Indirizzo, di fronte la Villa!”

Silenzio. Un attimo di silenzio gelido nella stanza. I tre si guardano negli occhi. Robbi ride. Salvo e Nando sono rigidi. Silenzio. Un attimo di silenzio. Quell’attimo di silenzio appena termina la canzone in un concerto. Quell’attimo di silenzio che poi sfocia in una fragorosa standing ovation. Le bocche di Salvo e Nando si allargano, scoppia una risata collettiva. Ci siamo! Ce l’hanno fatta anche stavolta. “Siiii!”esclama Salvo. “Grande Robberto!” esulta Nando. “Sì sì sì sì – Salvo è una furia incontenibile – Questo significa amministrare, grande Robbi” Nando e Robbi si battono il cinque e poi si urtano contro i petti a mo’ di giocatori di rugby neozelandesi, nel frattempo Salvo continua a gioire: “Sì, gli rompiamo il culo ancora una volta, sì sì sì!” “Garozzo ci fa una pippa” grida Nando. Roberto alza le braccia al cielo, tira fuori i mignoli dalle sue mani e grida: “Siamo i più foooorti!” E a quel punto Salvo non resiste e comincia a cantare: “Chi non salta Catanoso è è! Chi non salta Catanoso è è!” I tre cominciano a saltare, abbracciarsi, capriole, piroette. “Chi non salta Catanoso è è! Chi non salta Catanoso è è!” “Robbettto Robbetto Robbetto” “Ed ora tutti in Piazza Europa a brindaaare” urla Salvo. “Sìììì! Chiama Dario e gli altri, oggi si festeggia!” risponde Robbi in preda all’estasi. “Urrà!” esclama Nando. “Robbetto Robbetto Robbetto” “Chi non salta Catanoso è è! Chi non salta Catanoso è è!” “Che ce frega de Garozzo noi ciavemo Robbigooal Robbigoooal Robbigoooooooal!” I tre si stringono forte tra di loro, sembrano loro stessi una ruota. Saltano tutti insieme, cantano, gridano, gioiscono: “Chi non salta Catanoso è è! Chi non salta Catanoso è è! Chi non salta Catanoso è è!”

Nella stanza accanto Nicola osserva la scena da dietro il vetro. E pensa. Alla sua giovinezza. Le prime occupazioni, il ‘77, Democrazia Proletaria, David Bowie, Michel Platini. Pensa. Pensa, pensa, pensa. Pensa e osserva. Osserva e pensa. E come il bambino che “guarda il muro e si guarda le mani” in quella canzone di De Gregori , lui guarda quei tre e si guarda le mani. E Pensa. Jimi Hendrix che suona l’inno nazionale americano a Woodstock, Mario Capanna, lo sbarco sulla Luna, Laura Antonelli, Piazza Tienanmen, un ragazzo che correva tra le strade di Aci Catena ed Acireale come Rimbaud correva tra quelle di Parigi. E mentre i pensieri si confondono entra Salvo con la tempestosità che gli è propria. “Nicola, Roberto ha avuto un’idea geniale per Natale, mettiamo una ruota panoramica di fronte la villa, una ruota tonda, tonda tonda, sono rassicuranti le cose tonde, stiamo andando a festeggiare, solito posto, vieni, stiamo chiamando tutti quanti!” “No, grazie Salvo. Mi piacerebbe ma ho del lavoro ancora da completare.” “Va bene, ciao ciao!” “Ciao.” I tre escono e finalmente Nicola è solo, e c’è pace. Così Nicola decide di sprofondare nella sua poltrona preferita. Apre il cassetto del comodino accanto, dentro c’è un “TOPOLINO”, uno dei suoi preferiti, lo prende e comincia a leggere, e leggendo piano piano dimentica.

(Piripacchio Acireale)

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