Cosa è cambiato davvero dopo il clamore delle scorse settimane? Poco, quasi niente: questo è il nostro giudizio politico. Un poco, quasi niente, che contrasta con la diffusa richiesta cittadina di trasparenza nei costi di esercizio del Consiglio comunale.
Il motivo conduttore della nostra azione politica è il buon senso. La ferma convinzione che un limite debba essere posto a quanti, senza una sensata guida istituzionale, hanno dimostrato di utilizzare la legge vigente per ricavarne beneficio economico personale e di gruppo. Tutto ciò è inaccettabile sul piano politico ed etico. E rappresenta atteggiamenti e comportamenti che sono l’esatto contrario di quanto sarebbe lecito attendersi da rappresentanti della città, eletti dal voto popolare.
Vogliamo dire chiaramente che non riteniamo sufficienti quei provvedimenti votati in emergenza, peraltro ancora non esecutivi. Vogliamo che il Consiglio svolga il suo compito istituzionale con regole certe, basate su un numero definito di sedute di Consiglio e di Commissioni retribuite, così da evitare giochi al rialzo e gettoni facili, eliminando, fra l’altro, l’indecenza di pagamenti per sedute senza numero legale, o per sedute di lettura verbali.
Su queste premesse, facendo appello a tutta la città, rilanciamo la nostra azione politica con sette richieste precise, sulle quali continueremo a raccogliere firme. Un banchetto sarà presente sabato 23 maggio, dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 17.00 alle ore 19.30, in Piazza Garibaldi.
Queste le richieste sulle quali rilanciamo la raccolta firme in città:
- Riduzione del compenso destinato al Consigliere per ogni partecipazione a sedute di Commissione regolarmente effettuate (da 63,00 a 56,00 euro);
- Restituzione del compenso percepito per le sedute di Commissione senza numero legale. Restituzione all’ente Comune o devoluzione pubblica a enti di utilità sociale cittadina;
- Riduzione delle sedute consiliari retribuite, massimo due a settimana;
- Riduzione delle Commissioni consiliari, massimo tre a settimana. Almeno una di queste da tenersi negli stessi giorni in cui è fissata la seduta del Consiglio, al fine di unificare il gettone di presenza;
- Svolgimento delle sedute di commissioni in orario lavorativo dei dipendenti pubblici, in modo da non pagare, per i segretari di commissione, un gettone di presenza extra-lavorativo;
- Ordine del giorno pubblico di ogni seduta di Commissione, con previsione di sedute da tenersi fuori dai locali comunali, per incentivare la partecipazione e il controllo politico sugli atti e la qualità del fare politica;
- Pubblicazione on line tempestiva delle sedute di Commissione e di Consiglio.