La sera della presentazione del libro di Raffaele Sollecito, la folla traboccante ha sottolineato il successo della serata, ma a questo successo vorrei dare una connotazione secondo la mia visione delle cose.
La folla era varia e composita, tanto mondo dei giuristi, tanti politici anche di spessore e tantissimi curiosi, la maggioranza.
Ma la gente è venuta per chi? Per la Magistrato Flavia Panzano che spesso abbiamo letto sui giornali? O per il figlio del grande penalista, penalista di spicco anche lui? Per la grande firma del giornale? Per i due Consiglieri che organizzavano? Per Enzo Di Mauro moderatore addentro al tema per professione o per il nostro indomito Mario D’Anna?
Io penso invece che la maggior parte della gente sia venuta per ammirare il Sollecito, condannato dalla sovraesposizione mediatica e dopo alterne vicende processuali nei vari gradi, assolto definitivamente dalla Cassazione.
Sono garantista, lo sarò sempre e cercherò di esserlo nel modo più corretto e razionale possibile, ma io e come me tutti gli altri, abbiamo fatto una analisi stile Lombroso dei tratti e dei gesti del Sollecito.
Novelli Sherlock Holmes o Nero Wolfe abbiamo scrutato il neo scrittore che si esponeva alla pubblica curiosità ( nella speranza di vendere qualche libro), cercando tramite quello sguardo di penetrargli nell’anima e scoprire tutta la verità e nient’altro che la verità di quella notte perugina.
Pertanto visto il successo della serata, consiglierei di invitare la prossima volta Michele Misseri (situazione diametralmente opposta al caso Sollecito) che ha avuto anche lui assieme alla sua terribile famiglia una sovraesposizione mediatica, aggiungendo al caso giuridico anche la bifolcaggine del soggetto che diventa a tratti anche grottesca.
(santodimauro)