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mercoledì, Maggio 15, 2024
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Inzia la scuola, un brano di Graziella Tomarchio tratto dal libro “Na scinnuta du Sabbaturi”

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E’ iniziata la scuola per la disabilità sarà ancora un anno difficile. I tagli e le insegnanti di sostegno dividono le loro ore dovendosi occupare, spesso, di più alunni con bisogni specifici. A loro, ai genitori e a tutte le persone sensibili dedichiamo questo brano tratto dal libro di Graziella Tomarchio “Na scinnuta du Sabbaturi”
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CARA MAMMA

Per un momento ho cercato di immedesimarmi in mio fra-tello Camillo, e ho immaginato cosa potesse scrivere alla nostra mamma nel giorno a lei dedicato. Lui, un essere specialissimo, avrebbe trovato meglio di me le parole giuste per dimostrarle il suo immenso amore e, conoscendolo molto bene, sono certa che avrebbe scritto cosi:
“Cara mamma, ciao, sono Camillo. Sai, quando tu mi aspettavi, io sapevo già di avere un cromosoma in più e devo dirti la verità: guardandomi un po’ intorno e confrontandomi con gli altri neonati che erano con me in attesa di venire al mondo, mi sono detto: ‘Però, mi sa che sono il più bello tra tutti questi piagnucoloni!’. Ognuno di noi era in cerca di una mamma sulla terra e vi osservavamo da quel posto bellissimo dove eravamo parcheggiati in attesa di incontrare le braccia che ci avrebbero stretto per tutta la vita. Noi figli abbiamo la possibilità di scegliere le nostre mamme perché vi possiamo vedere dall’alto, vi osserviamo molto e poi decidiamo dove passare i nove mesi più belli della nostra vita.
Sai mamma, io ti ho scelta perché un giorno ho incontrato il tuo sguardo, anche se tu chissà cosa stavi guardando e non ti sei accorta di me. Ho visto i tuoi occhi dolci e mi ci sono perso immaginando la mia vita legata alla tua. Mi sono detto, ‘che belli quegli occhi. Sono rassicuranti, materni e sicuramente sapranno piangere lacrime di gioia quando saprà che l’ho scelta come la mia mamma per sempre’. Non mi sono sbagliato, infatti, quando sono venuto al mondo hai pianto tanto. Io però mi sono confuso perché pensavo che piangevi di gioia invece dopo ho capito che invece piangevi perché eri preoccupata per me, pensavi che il mondo intero potesse prendersela con me per quel cromosoma in più che faceva parte ormai del mio patrimonio genetico, piangevi perché pensavi che sarei stato un bambino fragile, che non sarei stato un giorno capace di difendermi, pensavi che mi avrebbero fatto del male e che mi avrebbero trattato da diverso. Questa tua ansia e queste tue paure me le trasmettevi un po’ anche a me, ma io per dimostrarti che non era come pensavi tu, sin da subito mi sono dimostrato forte e coraggioso, ti ho dimostrato che anch’io pur avendo quel cromo-soma in più potevo togliermi il pannolino all’età giusta e potevo ad un anno pure imparare a camminare. Poi, più avanti, vestirmi e mangiare da solo come gli altri bambini. Ecco, tu non piangevi più, sorridevi ed eri più tranquilla. Sai mamma, io ho imparato tutto quello che tu con amore mi hai insegnato soprattutto per ringraziarti di avermi accolto nel tuo grembo, per avermi fatto passare nove mesi di soave dolcez-za e per non avermi mai fatto sentire diverso dai miei fratelli. Ho cercato sempre di essere all’altezza loro, certamente ho avuto più difficoltà, ma tu con il tuo amore, la tua determinazione e la tua totale dedizione mi hai reso sicuro e fiero di me stesso, responsabile, autonomo, allegro e soprattutto sensibile. Sono andato a scuola, ma questo diciamo che è un argomento che non mi piace tanto, ma ti ho dimostrato che anche lì ero uguale ai miei fratelli. Infatti per noi la scuola era una vera tristezza! E che tristezza per i fratelli Tomarchio!
Va beh, dai, alla fine sono riuscito anch’io a prendere due bei attestati che esibisco in camera mia come trofei. Certamente cara mamma la nostra è stata ed è un’esistenza molto travagliata, ma le anime belle, quando s’incontrano, ci sarà un perché. Forse la nostra sensibilità è tale e il nostro amore è cosi grande che supera tutte le difficolta. Ognuno di noi, prima di nascere, ha un disegno di vita già preparato. Il mio era quello di sceglierti e il tuo quello di amarmi. E così è stato. Però mamma non è stato poi cosi difficoltoso il nostro cammino perché ci siamo sempre fatti coraggio a vicenda ed è stato come danzare, la danza delle emozioni e non importa se gli altri non possono capire questo nostro immenso amore, l’importante che l’abbiamo capito io e te, perché a me importa solo di te. M’importa saperti felice. Grazie mamma per farmi sempre danzare insieme a te”.

(Camillo)

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