C’è chi l’ha definita una “guerra tra poveri” e chi, pure, è rimasto perplesso perché una parte dei cosiddetti “poveri” sin qui è rimasta in silenzio. All’Ipab “Oasi Cristo Re”, in effetti, l’attenzione delle
ultime settimane è stata concentrata sui 16 dipendenti che hanno attivato i pignoramenti, sostenuti dalla Cgil che non ha mancato di fornire opportune spiegazioni.
L’assenza di prese di posizione da parte della restante quarantina di lavoratori in organico all’ente viene adesso colmata attraverso l’intervento energico di alcuni tra loro, pronti a mettere da parte
sigle sindacali per rivendicare i loro diritti e fare sentire la voce di chi è in credito di ben 30 stipendi. «Lo facciamo senza bandiera – dice Filippo Panebianco – con l’auspicio che le autorità competenti affrotino
in maniera adeguata la vicenda».
Sulla stessa lunghezza d’onda Rossana Battiato, incapace di nascondere la propria amarezza rispetto al percorso intrapreso dai colleghi che hanno avviato le azioni di pignoramento. «Hanno creato ulteriore disagio – dice – bloccando le casse dell’ente. Dinanzi all’invito esplicito del sindaco, il commissario Nicolosi ha ritirato l’atto di indirizzo per l’estinzione dell’ente, i nostri 16 colleghi, invece, non hanno fatto
altrettanto con i pignoramenti. Le condizioni proposte dalla Cgil non
favoriscono la soluzione della crisi».
Enza Fichera aggiunge: «Era fin troppo facile prevedere che queste azioni di pignoramento avrebbero determinato ulteriori danni all’ente; solo uno stolto non poteva immaginarlo. Anche noi avremmo potuto
avviarle, ma il senso di responsabilità ha prevalso». Rosa Sapienza conclude così: «Confidiamo nell’azione del sindaco Barbagallo e aspettiamo con fiducia gli interventi legati al fondo di rotazione della
Regione».
(Gaetano Rizzo)
