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domenica, Maggio 12, 2024
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Ipab Oasi Cristo Re, il silenzio non è d’oro

portachiaviCome capita spesso dentro l’uovo di Pasqua le sorprese sono sempre abbastanza deludenti. Il portachiavi di gomma blu, qualche altro oggetto inutile anche per i più piccoli; sorprese che di fatto sono talmente deludenti che dopo averli scartate vanno a finire chissà in quale angolo di casa per poi scomparire o finire nella spazzatura. Stessa storia per i lavoratori dell’Ipab Oasi Cristo Re che a Pasqua si sono visti pagare mezzo stipendio su ventiquattro che ancora mancano all’appello.

Come ha spiegato bene l’economo Salvo Raciti nella lunga intervista a FanCity Acireale, i trasferimenti dagli enti pubblici alle Ipab sono di anno in anno stati ridotti e non si riescono ad incassare neanche i giusti trasferimenti per il servizio di accoglienza ai minori extracomunitari. Una situazione complessa che certamente non merita un titolo per il “mezzo stipendio” che hanno ricevuto, il portachiavi in gomma blu.

La questione Ipab Oasi Cristo Re rimane, quindi, una situazione che difficilmente troverà soluzione se consideriamo che per due anni le iniziative dei lavoratori sono stati blande e spesso senza sigle sindacali di supporto alle azioni, se consideriamo la Regione Siciliana, di fatto, in default, se prendiamo seriamente le considerazioni della Corte dei Conti che continua ad individuare sprechi da una parte (costi della politica e privilegi ai dirigenti) e tagli dall’altra, tagli allo sviluppo e alla sanità.

Insomma adesso i lavoratori dell’Ipab Oasi Cristo Re con quel mezzo stipendio che hanno ricevuto non possono fare altro che dare voce alla loro rabbia mista a disperazione e cercare di individuare le modalità civile e consistenti per rivendicare il dovuto. I piani di riordino per le ipab giacciono nei cassetti dell’ARS e nessuna novità positiva si intravede all’orizzonte. I destini sembrano essere segnati definitivamente e ricordano tanto l’agonia delle Terme di Acireale e di altre strutture che potevano essere (come in un recente passato) essere volano di economia e di sviluppo ma invece sono state considerate dalla politica prima luoghi dove creare consenso e dopo baracche da cui disfarsi.

Per i lavoratori dell’Ipab Oasi Cristo Re non possiamo che continuare a dare la nostra solidarietà perché oltre a questo è difficile intravedere soluzioni. Certo sarebbe bello ed anche un potente segnale se insieme ai lavoratori potessimo vedere in prima fila gli stessi rappresentanti istituzionali che si sono mossi per la questione antenna di FIandaca ma è solo una nostra visione, la realtà è altra e non va nella direzione del rispetto dovuto a chi lavora, a chi presta la sua opera per gli anziani.

(mAd)

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