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LA SVOLTA TRAGICA NELLA STORIA DELL’EUROPA di Enzo Coniglio

German Finance Minister Wolfgang Schaeuble gives a press conference on March 21, 2012 in Berlin. The German cabinet had approved before a bigger-than-expected budget deficit for the current year 2012 to take into account the country's increased contribution to a eurozone rescue fund.     AFP PHOTO / JOHN MACDOUGALL

Questo secondo fine settimana di luglio 2015, passerà alla storia come la SVOLTA TRAGICA NELLA STORIA DELL’EUROPA del secondo dopoguerra e l’inizio di una autentica guerra dagli esiti disastrosi, grazie al contributo determinante ancora una volta della Germania di Wolfgang SCHÄUBLE e di Frau MERKEL e dei Paesi del Nord Europa.

La storiella del Lupo e dell’Agnello continua in versione diacronica con assoluta coerenza nel percorso della nuova Grecia, una sorta di agnello malconcio che ha osato sfidare quello che si considera ormai il “branco dei lupi”, continuando a mettere in dubbio la ricetta del rigore da loro proposta è addirittura facendo ricorso alla mandria delle pecore per un giudizio di valore attraverso un rito arcaico è obsoleto  iniziato in Grecia 2500 anni fa e denominato “democrazia”  contro il rito lupesco della nuova Germania fondato sulla volontà di potenza espressa da pochi sui molti impecoriti.

Le due grandi guerre con oltre 80 milioni di morti sembrano non aver insegnato nulla a Wolfgang SCHÄUBLE & Co. che stanno tirando fuori dal cappello non più un coniglietto dal muso nero ma delle proposte inconsistenti per eliminare definitivamente l’agnello ribelle come l’uscita dall’eurogruppo per cinque anni;  un diktat che impone di realizzare riforme strutturali complesse in tre giorni, ad imitazione del povero cristo, la sostituzione di un governo democraticamente eletto con un governo “tecnico” asservito al diktat teutonico, la creazione di un fondo di 50miliardi di euro gestito da un fondo lussemburghese (!).

IN UNA PAROLA SI IMPONE ANCORA UNA VOLTA UNA FALLIMENTARE RICETTA DEL RIGORE, ANTIDEMOCRATICA, INEFFICIENTE E IL RITORNO AL PREDOMINIO DELLA TROIKA. Una ricetta che molti economisti riconoscono essere del tutto errata, che peggiorerà la situazione attuale, che non salverà certamente la Grecia ma AL CONTRARIO NE PEGGIORERÀ LA SITUAZIONE SUA E DI TUTTA L’UE.   Tutte proposte che dimostrano scarsa intelligenza e lungimiranza politica, nessuna visione geopolitica e geo economica, cbrutale rozzezza propositiva che umilia, peggiora e non risolve, e soprattutto UNA TOTALE INCOERENZA CON GLI OBIETTIVI FONDANTI DELLA UNIONE EUROPEA CHE È MORTA E SEPOLTA GRAZIE AL NUOVO NAZIONALISMO TEDESCO, O SE PREFERITE, ALLA NUOVA EUROPA GERMANICA!

Senza contare che il debito attuale della Grecia è insostenibile e in ogni caso va ristrutturato. Un debito che sembra enorme (370 miliardi) ma non lo è affatto se confrontato con il salvataggio internazionale messi in piedi per banche come Citygroup (2.513 miliardi di dollari); Morgan Stanley (2.041 miliardi di dollari); Barclays (868 miliardi); Goldman Sachs (814 miliardi); JP Morgan (391 miliardi); BNP Paribas (175 miliardi); Dresdner Bank (135 miliardi): salvataggi ricordati in un recente articolo, Mariana Mazzucato: “. Solo lo spirito del dopoguerra potrà salvarci da una crisi eterna”.

Tsipras dovrebbe saperlo e non accettare ma, purtroppo, sembra non avere la forza di resistere con tutte le conseguenze disastrose che questa sua debolezza comporterà per il suo popolo che ne pagherà le conseguenze sulla propria pelle molto presto se dovesse ratificare.

Un tale comportamento avrà delle conseguenze disastrose anche  sull’Italia e sugli altri Paesi che ancora si illudono che esiste una Unione Europea che segue i principi fondanti dei nostri Padri e che si ostinano a seguire delle “regole” assurde e del tutto inconsistenti da un punto di vista prettamente finanziario in queste situazioni, come il pareggio di bilancio, la regola del 3% nel rapporto deficit-Pil, la regola dei piccoli passi, l’illusione di un Piano Junker di investimenti per 300 miliardi, ecc.

Alla luce di queste e di ulteriori argomentazioni più complesse che riprenderemo in successive annotazioni, viene spontaneo chiedersi se non sia il caso di parlare più correttamente non di “Grexit” ma di “EUREXIT” o meglio ancora di “GERMANEUREXIT”.

 

(Enzo Coniglio)

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