La discussione in corso su come ripensare il piano di urbanizzazione di Acireale, richiamando l’attenzione di tutti i concittadini responsabili, costituisce una buona occasione per sottolineare il ruolo di quella parte fondamentale del territorio denominato “la Timpa” che per troppo tempo è stato considerato da molti acesi come un “corpo separato” dalla città, da conservare e non certo da fruire, se si escludono le classiche “Chiazzette”.
In realtà, si tratta di una visione assolutamente riduttiva che va decisamente abbandonata a vantaggio di quella più realistica della Timpa intesa come polmone attivo ed essenziale della città dalla Gazzena a Santa Tecla.
Si tratta di ben 4 km di lunghezza e di tutta l’area che dalla città urbanizzata arriva a Santa Maria La Scala che può essere recuperata dal percorso a “quota cento”, intercettando le sette discese storiche di Acireale (via Malascesa, via Floristella, via del Tocco, Chiazzette, discesa Pietra Monaca, discesa Santa Caterina, via Acque Grandi), e popolata di spazi specializzati per diverse fasce di età, nonché recuperata nei suoi manufatti artistici e rivitalizzata nel suo patrimonio botanico di primario interesse, per non parlare degli impianti di discesa al mare attraverso ascensori inclinati, non invasivi, economici ed assolutamente efficienti.
Non si tratta affatto di “snaturare” un territorio dotato di un carattere ben definito con una caterva di iniziative. Al contrario, si tratta di integrare l’idea di “conservazione” con quello di “valorizzazione” e di “fruizione responsabile e funzionale” capaci di dare alla nostra Città una dimensione di primissimo piano.
Io ho dedicato a questo studio e ai progetti collaterali almeno 15 anni della mia attività accademica e professionale. Si tratta di ricerche che sono state accolte nel Piano strategico del Paesaggio del Comune di Acireale, nonché oggetto di pubblicazioni specialistiche, anche di rilevanza internazionale, pensate a servizio della nostra città allo scopo di salvaguardare e valorizzare lo straordinario patrimonio naturalistico, storico e culturale della Timpa ed essenziale, ritengo, per rafforzare l’identità di Acireale.
Per la prima volta nella varietà di studi condotti sull’area, la Timpa è stata interpretata come un’unica infrastruttura geografica aperta ad una fruizione ampliata, attraverso cui ri-connettere le inevitabili istanze di trasformazione urbana all’improrogabile sviluppo sostenibile del territorio acese, in rapporto ad un rinnovato ponte territoriale e culturale di più vasta area, da Catania a Taormina. Per la prima volta, attraversare la Timpa può significare proporre a tutti nuove esperienze di apprendimento fondate su un dialogo multidisciplinare ed analogico tra permanenze e trasformazioni del luogo. Una visione di cuore per la Reale delle Aci.
(Arch.Maria Maccarrone)