Tutti a piangere miseria, dal governo centrale, alle casse comunali e un continuo insopportabile lamento. Dentro il lamento ci sta sempre la solita ricetta stantia e indigesta: tagli alla spesa pubblica. Quei tagli da macellai che sono stati chiamati elegantemente “spending review”, quei tagli che vanno a colpire indiscriminatamente i cittadini più deboli, quegli stessi tagli che vedono picchiare in basso le spese per i beni di primi necessità come latte, pane e medicine e che, guarda caso, vedono aumentare gli acquisti dei beni di lusso. Chi è ricco sembra uscire indenne dai tagli mentre chi sta male è destinato a stare peggio. Una mannaia violenta che colpisce interi ceti sociali con lo slogan vomitevole “lo chiede l’Europa”. Ma di quale Europa parliamo? Quella dei finanzieri, dei banchieri, dei politici (conservatori o laburisti) che praticano la stessa identica politica economica? Di quale Europa si parla? Forse di quella che non riesce a darsi una Costituzione? O di quella che colpisce e strozza i Paesi più poveri riducendoli al fallimento?
E la storia si ripete per i governi nazionali, stessa ricetta, stessa formula impazzita. Tagliare le spese e come sempre ci va sotto la Sanità e la Scuola pubblica e stessa formula per i Comuni italiani. Tagli al sociale, le scuole primarie che sono senza carta igienica per gli studenti, privi di ogni forma di sicurezza, privi di laboratori seri ed efficaci, sempre a caccia di fondi PON che danno risultati pari a zero perché portati avanti quasi sempre con obiettivi scarsamente professionali e per cercare di arrotondare lo stipendio misero degli insegnanti, E dove è finita l’edilizia popolare, dove sono finiti gli ospedali, le ferrovie, i mezzi pubblici di trasporto ed uno Stato sociale da sempre vittima delle pensioni d’oro, della corruzione politica, asservimento alle regole degli usurai internazionali?
Ed è per questo che è necessario far crescere il pensiero della demonitizzazione. Togliere dalle mani della finanza il denaro – virtuale e concreto – i servizi essenziali alla persona. Crescere in benessere e descrescere in monetizzazione. Sanità, scuola, farmaci, servizi sociali,trasporto pubblico, acqua devono essere sottratti dalla meccanica della moneta, devono tornare ad essere il motivo per cui ogni uomo, dalla nascita, ha di fatto e per sempre il diritto a vivere. Il diritto a vivere dignitosamente.
