Biografia di uno degli uomini più enigmatici e affascinanti del primo Novecento: Amedeo Modigliani.
Lo consiglio a tutti gli amanti di Modì, a tutti quelli che hanno amato il suo essere un artista fuori dal coro, ribelle, geniale e trasgressivo.
L’inizio è un po’ prolisso, dispersivo, con dettagli che poco aggiungono alla formazione di Modigliani, ma dal momento che l’artista si trasferisce a Parigi, il libro prende vita.
Bellissimo il capitolo dove descrive la Parigi bohemien dei primi del ‘900, a volte sembrava davvero di vedere tra quelle vie notturne un Modigliani ubriaco barcollare sotto braccio con Utrillo, o un Picasso e Soutine seduti al bar.
Un capitolo altrettanto importante è la conoscenza di una studentessa di diciannove anni, Jeanne Hebuterne. La donna, innamorata di Amedeo contro il volere della sua famiglia borghese e cattolica, gli darà una figlia nel 1918, bimba che due anni dopo si ritroverà in soli due giorni senza padre né madre.
Libro arricchito con foto: dalla sua casa di Livorno, al suo studio al Bateau Lavoir, dal sottotetto in cui abitò per tredici anni al numero 8 di rue de la Grande-Chaumière alla tomba nel cimitero del Père Lachaise insieme a quella di Jeanne (i due vennero seppelliti separatamente e solo in un secondo momento, grazie al fratello di Modigliani, riuniti in un’unica tomba).
Tra queste pagine, Modigliani, tra storia e leggenda; Corrado Augias, ne ripercorre la vicenda umana e artistica, fino al nascere del mito.
“La vita è un dono: dei pochi ai molti, di coloro che hanno e che sanno a coloro che non hanno e che non sanno” (Modì)
(Daniela Torrisi)