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venerdì, Maggio 3, 2024
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Papa Francesco, come sta rivoluzionando la Chiesa di Enzo Coniglio

papa francesco

I Gesuiti, si sa: sono pericolosi a tal punto che sono stati messi al bando in numerosi Paesi di diversi continenti nel corso dei secoli, ma sono sempre riemersi con maggiore forza. Anche ad Acireale, come testimonia la forza propulsiva del glorioso Collegio Pennisi dopo lo scioglimento della Compagnia di Gesù a livello nazionale.

E la loro “pericolosità” maggiore consiste in una solida preparazione intellettuale e nella valorizzazione delle capacità e vocazionalità personali, oltre ad una determinazione non comune a voler incidere sul ceto medio-alto e, suo tramite, sulle Nazioni. 

E il gesuita italo-argentino, Jorge Mario Bergoglio, non fa eccezione. È un semplice dato affermare che il Papa teologo tedesco Joseph Ratzinger, ha deciso di fare il “gran rifiuto” dopo aver constatato la complessità della gestione vaticana che non poteva essere gestita alla sola teologia. Occorreva la semplicità delle colombe, la furbizia del serpente e la creatività italica mescolate nella saggezza e nella capcità gestionale secolari di una Compagnia che coniuga il rigore della organizzazione militare con la supremazia della cultura e degli studi teologici e sociologici. 

Anche Francesco, il grande Francesco di Assisi, predicava la povertà assoluta ma dopo 70 anni, il suo ordine possedeva il 75% delle terre dell’Umbria! Vale la pena studiare come case-study questa apparente contraddizione: diventare super ricchi predicando la povertà.

 Non a caso, Jorge Mario Bergoglio lo ha preso a modello, assumendo il nome di Papa Francesco, anche se ne ha aggiornato la strategia. Invece di utilizzare il tema della povertà, per riuscire là dove Ratzinger ha fallito,  sta utilizzando il tema del Sinodo e della crisi della famiglia, nucleo primario di ogni società costituita, attorno alla quale ruotano problematiche da capogiro. 

In concreto, in cosa consiste la sua strategia?  Durante  due anni, ha sottoposto tutta la gerarchia ecclesiale a livello planetario, ad un serrato confronto e ad una serie di analisi. Apparentemente il tema del confronto é la famiglia; di fatto è un modo nuovo di gestire la Chiesa universale, coinvolgendo e responsabilizzando le Commisssioni Episcopali locali e i singoli Prelati. 

Papa Francesco non vuole  prendere decisioni solitarie. Alla fine deciderà lui, l’anno prossimo durante il giubileo della Misericordia ma, sia chiaro, dopo aver ascoltato e valutato quanto emerso dall’intenso confronto di questi ultimi anni. Sta instaurando un autentico processo di partecipazione all’interno di una Chiesa retta fino ad ora da un Sovrano assoluto.

Si ha quasi l’impressione che utilizzi il Sinodo con modalità simili ad un Concilio non dichiarato. Geniale, assolutamente geniale e impeccabile: trasformare la gestione della Chiesa e assicurare la soluzione di problemi complessi attraverso una sorta di Concilio permanente!

Papa Francesco è consapevole che siamo di fronte ad una crisi profonda dell’Occidente e del Cristianesimo che ne ha sotteso lo sviluppo occidentalizzando la Chiesa invece di cristianizzarlo nelle sue espressioni, come messo in evidenza soprattutto nell’ultima enciclica. Occorre per Bergoglio,  una riforma profonda sia di struttura su base collegiale, sia di spiritualità interiore ritornando alla lettura diretta  dei testi religiosi e al capovolgimento diretto di tutte le Comunità cristiane, come è successo nelle prime comunità carismatiche delle origini. 

Un cambiamento epocale che preoccupa i conservatori rappresentati dal relatore generale del Sinodo, il Cardinale ungherese, Péter Erdö ma che comunque non preoccupa eccessivamente il Papa che ha assunto una linea presenzialista e che è deciso ad andare a fondo. Chi pensa di snervarlo con missive, lettere e con presunte malattie mortali avrà la vita dura: è un Gesuita, un combattente ante literam con idee molto chiare. 

(Enzo Coniglio)

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