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Piccola storia di Jaci – C’e uno che ha vinto sempre l’ultimo premio dei Carri, anno 1938

 

Il dott. Fichera , dalle colonne de “Il Popolo di Sicilia” del febbraio 1938  descriveva in maniera particolareggiata le ansie e le passioni degli artigiani carristi, in particolare del “vincitore” dell’ultimo premio. Leggendo l’articolo, non viene menzionato lo sfortunato artigiano forse per delicatezza,  mi viene in mente un solo nome “Carlo Papa”.

Carlo Papa fu uno dei personaggi storici del Carnevale di Acireale, era impegnato anche in politica, infatti, fu uno dei fondatori, nel dopoguerra, del Partito Comunista Italiano in Acireale

C’e uno che ha vinto sempre l’ultimo premio.

Fin dal primo carnevale, dieci anni or sono, ha costruito sempre il suo carro e mai ha fatto un passo avanti, in graduatoria, dal premio di consolazione.

Ha modellato con le sue mani la creta ed ha ricavato facce e grinte grottesche e terribili, ha incollato qintali di carta per costruire le teste enormi, ha impagliato pupazzi, ha creato personaggi di varie fogge, ha allestito nani, giganti, cuochi, pagliacci, bestie e mostri.

Si è dipinto il volto con nero-fumo, con biacca e rossetto, ha indossato vestiti di tutti i tagli, ha vestito i suoi personaggi con tele di tutte le tinte ed ha sperato sempre un premio adeguato alle fatiche.

L’idea di imbastire un buon progetto non gli è mancata, la sua abilità per modellare le figure si è sempre più perfezionata, ma gli è mancata la forza per le ultime rifiniture, si è trovato a mani vuote, quando non restava che ripulire e dare l’ultimo tocco.

Dopo la premiazione è stato assalito sempre dai fornitori esosi ed impazienti, ha litigato, ha reagito e ha fatto a botte. Ogni anno ha giurato sulle tombe dei suoi avi di non fare mai più un carro, ha imprecato e gridato all’ingiustizia. In compenso però ha vissuto ore di follia, è stato come un creatore che mostri al mondo l’opera più bella, ha goduto sopra qual carro traballante, tra le figure inverosimili, tra pupazzi e mostri, ore d’ebbrezza travolgente.

Quest’anno s’era ritirato sotto la tenda come un eroe mitologico. Non mi pescano più, diceva, non mi vedranno in gara perchè non vogliono più sostenere la parte di fanalino di coda. Ma, entrato febbraio, non ebbe più pace. Dormiva male, litigava con i familiari, era diventato irascibile e collerico.

Finalmente non ne potè più. C’era un’idea che gli era venuta a tradimento,m che lo tormentava, una ispirazione prepotente che gli sconvolgeva il cervello. Stese il suo progetto, tracciò il disegno e poi via come un forsennato per cercare quattrini, per modellare creta ed incollare carta pesta.

Nei cortei dei carri allegorici ci sara quest’anno anche quello dell’eterno ultimo premio. In compenso vivrà un’ora di follìa e di ebbrezza travolgente tra pupazzi e maschere dalle grinte mostruose

Dott. Alfio Fichera nel “il Popolo di Sicilia” 27 febbraio 1938

carro “l’arbitro”di Carlo Papa anno 1933

 

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