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Piccola Storia di Jaci – Il degrado del “Tocco” , anno 1950

Fortezza del ToccoIl dott. Alfio Fichera in un suo articolo apparso sul quotidiano “La Sicilia” del 18 agosto 1950 descrive il degrado delle “Chiazzette”.  ….. Sia il villaggio come le sette rampe con  il panorama che da esse si gode, ripuliti e adorni, come impone l’igiene e il buon senso estetico, sarebbero stati certamente attrattiva turistica di primissimo ordine, da eguagliare, se non superare, rinomati luoghi della riserva ligure. Ma non abbiamo il coraggio di consigliare alcuno di andare a godere il panorama suggestivo dal balcone del “portuso”. Già a passare sotto il cavalcavia di piazza Suffragio, dalla quale la mulattiera ha inizio, ci vorrebbe stomaco forte e volontà di ferro, perchè ivi è lo sfogo di tutti gli sporcaccioni del rione. la vista e l’odorato ne rimarrebbero mortalmente offesi mentre nugoli di mosche si levano al passare. Scomparsi sono gli alberi che ombravano il cammino, sconvolto il selciato in parecchi punti, scoperte le condutture delle acque piovane nella prima rampa. L’antica fortezza del  “Tocco”  è aperta da paurosa fenditura, sicchè giustamente è  da temere che un giorno o l’altro precipiti con grande pericolo per i borghigiani. Scomparsa è la bottega del “portuso”, vittima della guerra, distrutto il balcone e il cammino interrotto in più punti. L’ardita, pittoresca, superba opera agonizza e muore lentamente. Eppure, in due salti dalla città conduceva al mare, e avrebbe potuto avere importanza turistica. Ma chi ci pensa? Pretendere che il Comune curi le opere di consolidamento sarebbe follia. Nessuno ha pensato di farla includere nei lavori finanziati dalla Regione o dallo Stato; nessuno ha avuto un pensiero per l’opera tutta che muore. La segnaliamo ai nostri ai nostri rappresentanti politici, perchè sarebbe un vero peccato sa ai danni attuali si aggiungessero altri che precluderebbero per sempre la “mulattiera” costruita dai nostri padri che furono saggi e audaci nello stesso tempo, mentre noi figli, quasi degeneri…

Cronache e Memorie, Alfio Fichera , l’anima di Acireale nel tempo.

foto Maria Concetta Maugeri

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