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giovedì, Maggio 2, 2024
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Piccola storia di Jaci – Il santuario mariano di Loreto

Le vicende storiche della contrada “do Litu” a nord della città dove sorge il Santuario dedicato alla Madonna di Loreto.

Un tempo luogo ameno e di pace, meta di pellegrinaggi dove il popolo acese accorreva in caso di necessità. Luogo  preferito e scelto come ultima dimora dal Mons. Gerlando Maria Genuardi primo vescovo di Acireale.

Ricordiamo pure Mons. Cento vescovo di Acireale, di origine marchigiana, che ha donato una statua simile a quella del Santuario di Loreto nelle Marche opera dello scultore Manrico Marinozzi di Pollenza.

Dalle pagine del manoscritto “Leonardi”, pubblicate dal Can. Raciti Romeo, ci sono pervenute le origini del luogo e del santuario mariano

La Chiesiola della B.ma Vergine S.Maria di Loreto fuori la citta’, situata un miglio distante, nel principio del Bosco in mezzo di alcune chiuse nominata di “Callozzo”, fu fondata dal proprietario di dette chiuse Giovanni Maccarrone, alias Callozzo, il quale per codicillo agli atti di Notar Stefano Mangano 2 settembre 1575, dispose che le dette chiuse e la Chiesa, seguita la morte del Rev. Sac. D. Abramo Grasso (la sepoltura e’ visibile nella Cattedrale) fossero amministrate dall’Opera della Luminaria del SS. Sacramento della Matrice chiesa di Jaci. Morto il Sac. Grasso il 04 marzo 1626, le dette chiuse la piccola Chiesa passarono all’amministrazione dei Rettori della Luminaria, i quali migliorarono la cultura delle terre e aumentarono il culto della Chiesa, ottenendo da Mons. Innocenzo massimo Vescovo di Catania di celebrare la festa della B.ma Vergine, la Chiesa in seguito acquisto’ singolare celebrità e i Rettori formarono un libro in cui tenevano registrati le grazie concesse ai devoti della B.ma Vergine – La devozione giunse al punto che le offerte dei fedeli annualmente sommavano a onze 84 – Con tali introiti si fabbrico’ nella Chiesa la impennata ossia portico e sacrestia. Di una porzione delle chiuse si formo un largo baglio intorno alla Chiesa, si costrui una grande cisterna e si compro una nuova campana.

( Can Raciti Romeo “per la storia di Acireale” – Ms del Leonardi vol II foglio 15)

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