Visitando la Basilica cattedrale di Acireale nel transetto, attaccato alla sacrestia, fa bella mostra il monumento sepolcrale di Mons. Ottavio Branciforte morto in Aci il 13 giugno 1646. Il Presule già da qualche tempo risiedeva in Aci a causa dei dissidi con le autorità civiche catanesi che lo avevano costretto ad allontanarsi dalla sede vescovile catanese tre anni prima. E’ inutile dire che per le autorità civiche e religiose della città la presenza del Vescovo era motivo di prestigio , il vescovo infatti aveva il palazzo in via San Giuseppe (dirimpetto la chiesa oggi palazzo Vigo) e come scrive il prof. Donato aveva con se la sua ricca biblioteca che andò dispersa alla sua morte. Di questo vescovo ci e’ pervenuta una sua opera letteraria ” De animorum pertibationibus” (Le perturbazioni dell’anima) testo che fu studiato e approfondito dal prof. Giuseppe Cavicchi , docente del Liceo classico Gulli e Pennisi. I Governatori della Chiesa Madre , nel 1659 innalzarono questo monumento a perpetuo ricordo. La lapide tradotta dal prof. Matteo Donato recità.
D.O.M.
Qui dorme quell’illustrissimo presule Ottavio della nobilissima famiglia Branciforte, il quale per le sue insigni virtù e dottrina e per preclare imprese dei suoi antenati, nella regia del grande Filippo IV, re di Sicilia e di Spagna, dapprima si fregio del titolo di regio familiare cavaliere De Cortina; di poi fu elevato a vescovo di Cefalù, infine alla sede vescovile di Catania; Quindi per maggiore tranquillità e sicurezza, da presule molto prudente si portò in questa nobilissima città di Aci, diletta sulle altre, dove trascorrendo una vita serena, mentre aspirava a mete più alte, il 13 giugno dell’anno del Signore 1646 finì i suoi giorni per risorgere nella perpetua immortalità. Ed in memoria di così grande vescovo i molto reverendi padri Giovanni Battista Zappalà, vicario, Andrea Maccarrone, Erasmo Costarella, Giuseppe Zappalà e Giuseppe Mirone, governatori di questa chiesa madre, fecero erigere nel 1659 questo sacello non adeguato ai suoi meriti.
per le foto ringraziamo Pietra Sappa
fonte Sicilia Antica e la gentile disponibilità del Sig. Rodolfo Puglisi
Traduzione della Lapide da “Le iscrizioni di Acireale” del Prof. Matteo Donato