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Piccola storia di Jaci – La Natività secondo Emanuele Macrì

Questa è una testimonianza scritta dal Sig. Francesco Lanzarotti e contenuta nel suo volume “Quasi 70 anni vissuti nella mia città” stampato nella sua tipografia di via Marzulli nel 2002. Fra i tanti fatti di cronaca, personaggi e avvenimenti vari accaduti in Acireale dall’inizio della guerra e nel successivo dopo guerra, narra pure la sua partecipazione alla rappresentazione della Natività nell’Opera dei Pupi diretta da Don Emanuele. Questo suo racconto dettagliato della rappresentazione finisce pure con uno spunto finale che invita a riflettere.

Era dicembre inoltrato e per tradizione Macrì rievocava come di consueto ogni anno, la nascita del bambino Gesù. Andai a teatro per non perdere quest’occasione e constatare come si svolsero veramente i fatti in questa notte Santa.

Si apre il sipario ed appare la prima scena: una taverna che faceva anche da locanda per il pernottamento dei viaggiatori. Manco a farlo apposta, il taverniere era Satana, che si avvaleva dell’aiuto del suo garzone “Pippinica”. Questi era un giovane maldestro che ne combinava di tutti i colori: rompeva i piatti, lasciava bruciare l’arrosto, buttava cose per terra facendo inciampare il suo padrone che lo sgridava aspramente

Ad un tratto bussarono alla porta della taverna e Satana con voce cavernicola, chiese: – Chi è? – Quindi ordinò a Pippinnica di andare ad aprire e questi vedendo che trattavasi di due forestieri, disse a Satana: – Padrone, ecco sono arrivati due clienti -. Allora Satana si rivolse a loro: – Chi siete? Cosa volete?

Io sono Giuseppe e questa donna è Maria, mia moglie. Siamo di passaggio in questa città, si è fatto tardi e vi chiediamo di ospitarci nella vostra locanda, dandoci da mangiare ed un posto per dormire – disse l’uomo.

Ne avete denaro? – chiese loro Satana.

No – Rispose Giuseppe – abbiamo speso tutto durante il viaggio – .

Allora Satana con voce seccata , disse loro: – Sapete cosa dovete fare? Fate finta di aver mangiato e tornatevene da dove siete venuti -.

Giuseppe rispose: – Buon uomo, vi supplico, abbiate pietà di noi, specie di mia moglie che trovasi in stato interessante. Dateci un pezzo di pane, anche raffermo, e fateci dormire per terra -.

Allora Satana disse:- Ebbene mi avete commosso, eccovi il pane – . ma l’infame aveva teso un tranello. apparve l’Angelo, il quale disse a Giuseppe: – Giuseppe, butta quel pane che è avvelenato e prendi questo che ti manda il Signore – .

-L’Angelo mando all’inferno il diavolo e diede a Giuseppe una forma di pane, due finocchi ed una bottiglia di vino. Giuseppe e Maria si rifocillarono e dopo aver riposato, l’indomani ripresero il viaggio verso Betlemme, luogo del censimento che aveva ordinato Augusto a tutti i sudditi del suo impero. Strada facendo dovettero fermarsi, perchè il fiume impediva loro di proseguire. Maria tutta preoccupata per quest’improvviso ostacolo, disse al marito: – Giuseppe, ed ora che facciamo? -.

Allora Giuseppe vide un barcaiolo in mezzo al fiume e rassicurò Maria, dicendo: – Guarda, c’è un uomo con la barca, ora chiedo a lui se ci fa traghettare dall’altra parte -.

Buon Uomo – gli disse Giuseppe :- ci fate la cortesia di prenderci a bordo e portarci dall’altra parte? -.

Il barcaiolo era sempre Satana, rispose a loro con la solita frase:- Ne avete denaro? -.

No – rispose Giuseppe – abbiamo speso tutto durante il viaggio – .

Allora, vi dico: statevene dove siete e fate finta di aver attraversaro il fiume -. Considerato che sarebbe stato inutile insistere, Giuseppe disse a Maria – Cara moglie, vediamo se in qualche punto l’acqua è piu bassa, da poter passare dall’altra parte -. Ma Satana li minacciò dicendo :- Io farò ingrossare le onde e vi farò annegare.

Stava mettendo in atto questo infame proposito, quando apparve il solito Angelo, che afferrati Giuseppe e Maria per le vesti, in volo li portò all’altra sponda. Anche questa volta la scamparono bene.

Ripresero il viaggio e finalmente arrivarono a Betlemme. Qui vennero censiti e dopo questo atto cercaronoun posto per passarvi la notte. Ma negli alberghi venivano sempre respinti a causa che non avevano soldi.

Dopo aver girato tutte le locande della città, giunsero in un modesto albergo e Giuseppe, ancora una volta, chiese da mangiare e un posto per dormire per lui e sua moglie. Ma il locandiere era sempre Satana, che fatto loro la solita domanda se avessero denaro, poichè Giuseppe e Maria non possedevano un becco di un quattrino, li cacciò via malamente. Stanchi per aver girato tutta la notte in cerca di un posto dove riposare, videro una grotta adibita a stalla per il bestiame. Giuseppe disse a Maria:- Guarda finalmente abbiamo trovato un posto dove riposare, non è un albero , né una locanda, ma per noi andra bene lo stesso -.

Allora Satana infuriato, disse loro:- Io manderò un sepente nella grotta e vi farò morire-. Maria impaurita e tremante si aggrappò a Giuseppe, ma subito apparve il solito Angelo, che disse a Maria, mentre già il serpente si dirigeva verso di loro:- Maria, tu che sei L’Immacolata, schiaccia la testa a questo mostro e sarai glorificata -. Così fece Maria e Satana borbottando come una grossa pentola quando bolle, se ne ritorno all’inferno e non li disturbò più. Dopo qualche ora Maria diede alla luce un bel bambino, Gesù, ed una stella guidò i pastori verso la grotta, perchè rendessero omaggio con doni al nuovo Re. Ci andò pure Pippinnica, con il suo dono, che nel frattempo era stato licenziato da Satana, e disse ai presenti: ” Iu ca sugnu puvireddu, ci portu ‘ntrunzu o Bammineddu “.

Finì lo spettacolo con scroscianti applausi. Allora mi ricordai che i preti avevano detto che i coniugi Giuseppe e Maria non trovarono alloggio negli alberghi per mancanza di posti. Invece questo non fu vero, perchè secondo la versione del Macrì, non trovarono posto solo per mancanza di denaro. Giuseppe e maria erano poveri e Gesù volle nascere povero.

da: “Quasi 70 anni vissuti nella mia città ” Francesco Lanzarotti

Foto archivio Sig. Biagio Fichera

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